Tutti lo sanno. Tutti lo vedono. Le Olimpiadi. Le feste nazionali. L’inno americano. La mano sul cuore.

Un gesto semplice, facile, accessibile a tutti. Un saluto civile, non militare, alla bandiera, alla Costituzione, al Paese (quello con la “p” maiuscola). Un gesto semplice, ma colmo di rispetto, e di affetto.

Ma la mano, lo sappiamo tutti, a volte colpisce e non carezza. Toglie e non regala. Così è stato questa settimana, con quello che l’amico Riccardo Rossotto ha definito “lo stupro del Campidoglio.” La mano, che sia ben chiaro, ha colpito e ferito di più perché era la mano del padre. Della figura, che, giusto o sbagliato che sia, rappresenta il pater familias dell’America. Colui che è preposto – e così giura – a difendere la nazione “from all enemies, foreign and domestic” (da ogni nemico, straniero o no che sia).

Quella mano non ha accarezzato ma ha colpito incitando e spingendo centinaia di persone ad assediare e poi invadere il Campidoglio a Washington, a vandalizzare un simbolo dell’America figlia di Roma, il cui Senato a Roma si ispira, e la cui sede, nel bene e nel male, ha sempre servito come luogo di dibattito, ragionamento e decisioni prese in maniera civile e collegiale.

In tanti mi dicono: non saremo più gli stessi. Ed io rispondo. Si, ma potremo essere meglio. Il campanello di allarme è suonato. Le campane, anzi, hanno suonato, ed è il momento di scegliere i prossimi passi con attenzione. Demagogia o razionalità? Chiusura od apertura? Parole od azioni? Ritengo, anzi sono certo, che questo paese ha girato la boa, ha preso il vento giusto, anche se un po’ di bolina, ed a gonfie vele procede nella sua meravigliosa regata. Lo vedremo nei prossimi mesi, con l’Amministrazione Biden. Si tornerà ad abbracciare altre Nazioni, a partecipare ad iniziative internazionali, a lavorare con alleati storici e nuovi, ed contribuire al benessere di tanti. Di nuovo. Insieme. Con la mano sul cuore, perché questo cuore ancora batte, e la mano — lo sapete bene — non è un pugno chiuso. Mettetevi anche voi, per un momento, la mano sul cuore. Assieme a noi.

Antonio Valla

Antonio Valla

Nato a Milano e formatosi tra l’Italia e la California, ha fondato nel 2009 la Valla Morrison & Shachne, dopo aver creato la Gilliss Valla e Dalsin, LLP nel 1994. Specializzato in casi di contenzioso...

Discussione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *