Divertente, perché sempre foriera di novità, la conoscenza dei cognomi registrati all’Ufficio di Stato Civile di ogni Comune. Al termine di una lunga carriera di Segretario comunale, addetto all’iscrizione nel registro delle nascite, un nostro amico mi ha mostrato l’elenco di cognomi davvero originali, succedutisi nel corso degli anni e da lui annotati su un taccuino.
Alcuni di questi cognomi, inflitti ai neonati che li sopportarono per tutta la vita, sono curiosamente ottimisti: Famoso, Paradiso, Eroico, Loquace, Usignolo, Bellassai, Diotiallevi, Diotiguardi.
Altri cognomi lasciano piuttosto perplessi: Incognito, Acchiappanuvole, Terribile, Lo Vergine, Sconosciuto, Ricevuto, Lo Cacchio, Dirigibile. Taluni cognomi dovrebbero far tremare i creditori di denari: Maidò, Diolosà, Lo Pizzo, Prigione, Trafficante.
Le donne sono forse le più sfortunate perché i loro cognomi risultano offensivi: Troia, La Vacca, Melalavo, La Vedova, Fregola, Sapone vedova Grasso e in Barchetta!
Infine i cognomi legati agli alimenti: Pane, Sale, Pepe, Mostarda, Salmone, Cappone.
Una galleria di nominativi che fanno sorridere i lettori, ma amareggiano la vita di chi ebbe la sfortuna di portarli. D’altra parte gli Uffici giudiziari che si occupano delle richieste di mutamento dei cognomi più negativi, sono raramente disposti ad accogliere tali istanze.
Durante l’epoca fascista, un tizio si presentò negli uffici comunali per variare le proprie generalità. Si chiamava Benito Cacace. L’impiegato gli disse: “Certo, il cognome Cacace non va troppo bene …”. “No, no – lo interruppe il cittadino – non è il cognome che voglio mutare, ma il mio nome Benito!”.
Concludo con il motto che Plauto dedicava ai suoi lettori: “Nomen atque omen” (nome e augurio).
Bruno Segre