Gli eredi di Mussolini hanno proposto al Comune di Predappio di riaprire la cripta del loro antenato e di farne un monumento nazionale.
Alla proposta, inviata tramite un avvocato (dirigente del Partito Fratelli d’Italia!), i nipoti del Duce hanno aggiunto una serie di richieste: l’aggiornamento della definizione di concessione perpetua in favore della famiglia Mussolini (in modo che la concessione possa essere trasferita a una figura giuridica, quale una fondazione), la modifica del regolamento cimiteriale per riconoscere alla cripta lo status di “tomba monumentale”, l’adeguamento del servizio di custodia del cimitero quando si riempie di nostalgici venuti a rendere omaggio al defunto, tre volte all’anno, servizio sinora espletato da volontari per tutelare l’ordine pubblico.
Tutti questi adempimenti sarebbero a carico del Comune di Predappio che coi suoi 6 mila abitanti non dispone di molti fondi. Il nuovo Sindaco, a capo di una Giunta di destra dopo 70 anni di Sindaci di sinistra, dovrà decidere se la cripta debba diventare un mausoleo. Ciò mentre in molti Paesi, come gli USA, si demoliscono monumenti e statue di personaggi ieri celebrati e oggi condannati dalla Storia.
Il progetto, è apprezzato dal Sindaco e dagli esercenti di attività commerciali (bar, ristoranti, negozi di “memorabilia” fascista che prosperano vendendo manganelli, fotografie, distintivi e altra chincaglieria legata al Ventennio).
In realtà le visite dei devoti sono diminuite del 60-70 % nell’ultimo anno riducendo gli incassi tratti dalle manifestazioni fasciste.
Ci siamo sempre chiesti se gli eredi di Mussolini ignorino i milioni di vittime delle guerre scatenate dal Duce (Etiopia, Spagna, Albania, Grecia, Francia, Gran Bretagna, USA) la perdita di una parte del territorio nazionale e delle colonie, le persecuzioni antisemite, le complicità con la monarchia traditrice dello Statuto, la vicenda di un’Italia disonorata e rovinata dalla dittatura fascista.
Una sola risposta: questi nostalgici, immemori della Storia, sono gli analfabeti della democrazia.
Bruno Segre
Nella foto (Simona Flamigni /Shutterstock), Negozio di memorabilia fascista a Predappio