In questi giorni di forzata inattività ho potuto leggere un volume che due avvocati alessandrini (seppur di origini veneziane), Pierluigi ed Ettore Erizzo, avevano scritto in epoca di guerra, tra il 1940 ed il 1945, dal titolo “Il regalo del mandrogno” (Ed. Araba Fenice).
Si tratta, in sostanza, di una complessa vicenda che gli Autori, romanzando fatti avvenuti effettivamente nello loro famiglia, conducono attraverso generazioni, a partire dal 1800, data della battaglia di Marengo, sino agli anni immediatamente antecedenti alla seconda guerra mondiale.
Ed è proprio la forzata inattività di quel periodo (il rallentamento dell’attività professionale e l’età, in quanto i fratelli Erizzo, che avevano già preso parte alla prima guerra mondiale riportando anche ferite e lesioni, non li coinvolse nella seconda) a convincere gli Autori a ritirarsi nella casa di campagna della loro famiglia e a scrivere in comune, “a quattro mani”, il libro che ripercorre le vicende, appunto, di una famiglia fra Alessandria e Genova, a partire dall’epoca napoleonica, ai moti carbonari, all’Unità d’Italia, sino ai rivolgimenti economici e sociali della fine dell’800 e dei primi anni del ‘900.
E’ un romanzo storico, in sostanza, una saga, avvincente e complessa, che ripercorre la Storia (con la S maiuscola) di quel periodo, con le storie personali di tanti soggetti che lo percorrono.
Venendo ai nostri giorni, appare di particolare attualità ciò che riportano gli Autori in merito al diffondersi, nel 1835, in Genova, del colera, “virus” all’epoca totalmente sconosciuto e che condusse nell’800, in tutto il mondo, a gravissime “pandemie”, con un numero incalcolabile di decessi.
“Il morbo si abbatté sulla città violento come un turbine che tutto subito distrugge ed uccide.
La gente piegava sotto quella inesorabile bufera di morte, terrorizzata dall’insidia latente e misteriosa che sentiva incombere su di sé, sgomenta per la assoluta impotenza dell’autorità e della scienza stessa contro il morbo tremendo ed ignoto.
Il Governatore, i Sindaci, il Magistrato della Sanità, le Commissioni Mediche emanavano bandi e decreti sovente contraddittori, e le loro contraddizioni aumentavano lo sgomento ed il panico.
Da prima si erano stabiliti cordoni sanitari severissimi, isolamenti assoluti, quarantene interminabili; poi, quasi che il male fosse un essere concreto e materiale a cui bisognava lasciar via libera perché se ne andasse come era venuto, si ordinò di non chiudere alcuna barriera, di lasciar aperta ogni via.
Numerosi medici erano accorsi dalle altre regioni d’Italia e dall’estero a prestare la loro opera soccorritrice e soprattutto a studiare il male da vicino, e ognuno di essi affacciava una diversa teoria e praticava una cura diversa: teorie e ipotesi contraddittorie si incrociavano continuamente ad aumentare lo sgomento ed il terrore”.
Nulla di nuovo, come si può vedere e come abbiamo sperimentato in questi giorni di coronavirus.
L’unica certezza è che la lettura di un buon libro (o, anche, lo scriverne uno) aiuta e consola: anche per noi prima o poi il peggio sarà alle nostre spalle.
Alessandro Re