“Noi abbiamo diritto alla blasfemia” e a “criticare le religioni”. In Francia, dopo settimane di feroci polemiche, ieri è intervenuto direttamente il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron sul caso di Mila, una liceale sedicenne di Villefontaine, non lontano da Lione, minacciata di violenza e di morte sui social dopo che il 19 gennaio aveva postato su Instagram un video in cui rispondeva agli insulti ricevuti, in particolare da parte di islamici, per aver ostentato la propria omosessualità.
“Rifiuto tutte le religioni (…) Odio la religione (…) Nel Corano c’è solo odio, l’Islam è una merda, questo è quello che penso, non me ne farete pentire (…) Dico quello che voglio, quello che penso”, ha detto Mila nel video, scatenando minacce talmente gravi e concrete nei suoi confronti da essere costretta ad abbandonare la scuola e rinchiudersi in casa protetta dalla polizia.
Intanto, la procura della Repubblica aveva aperto un’indagine a suo carico per “procurato odio nei confronti di un gruppo di persone a causa della loro appartenenza a una razza o a una determinata religione”, poi archiviata, mentre ora si cerca di individuare gli autori delle minacce di morte a Mila.
Contro l’adolescente era intervenuta persino la ministra della Giustizia Nicole Belloubet, dicendo che “l’insulto alla religione” è “un attentato alla libertà di coscienza”, salvo poi correggersi di fronte alle polemiche che ne sono seguite, riconoscendo di aver usato parole “inappropriate”.
Dai rappresentanti della comunità islamica francese non è venuta alcuna parola contro le minacce di morte ricevute da Mila. “Chi semina vento raccoglie tempesta” ha detto Abdallah Zehri, delegato generale del Consiglio francese del culto musulmano.
Nessuna solidarietà a Mila neppure dall’ex ministra socialista Ségolène Royal, secondo la quale “un’adolescente che manca di rispetto” non deve “essere eretta a modello della libertà di espressione”.
Intanto Mila ha chiuso i suoi profili social, mentre su Facebook è nato un gruppo Je suis Mila, finché ieri è intervenuto il Presidente Macron, riaffermando il principio repubblicano della laicità e quello costituzionale della libertà di parola, oltre al dovere dello Stato di dare protezione e restituire una vita normale a Mila, alla quale è stata trovata con discrezione una nuova scuola.
Sul merito di quanto detto da Mila, Macron ha affermato il diritto di criticare le religioni: “La legge è chiara: abbiamo il diritto alla blasfemia, alla critica, alla caricatura delle religioni”. “L’ordine repubblicano non è l’ordine morale. Ciò che è proibito è la chiamata all’odio, l’attacco alla dignità.”
“Nel nostro paese – ha detto Macron – la libertà di espressione è protetta. In questo paese, e ce ne sono pochi nel mondo, la libertà della blasfemia è protetta. Criticare i leader, deriderli è un tesoro.”