Nella pausa natalizia abbiamo cercato di staccare la spina e di riossigenarci la testa. Una delle discussioni però dalle quali è stato difficile sottrarci, ha riguardato il destino del nostro Paese.
Soprattutto con quali provvedimenti lo si potrebbe rimettere sui binari giusti.
Uscire, in altre parole, dall’analisi del nostro triste e rancoroso presente (per alcuni assolutamente “meritato”!) per passare alla terapia del come realizzare un’inversione di tendenza, non solo economica, ma anche etica e comportamentale.
Come rimettere a posto i conti, smetterla di piangerci addosso, valorizzare il patrimonio che ci è stato donato.
Girare, insomma, pagina e tornare a sorridere, a lavorare, a creare energia positiva, come ci ha invitato a fare anche il Presidente Mattarella nel suo tradizionale discorso di fine anno.
Come ridurre il debito, salvare almeno un pezzo di welfare, approfittando di un costo del denaro quasi nullo; ritornare a fare figli evitando una imminente catastrofe demografica e sociale.
Tutto ciò senza menzionare un’altra priorità non più rinviabile: una politica ambientale virtuosa e sostenibile.
Mission impossible?
La nostra attuale classe dirigente politica e non solo, ci sta dimostrando di sì.
Game over: no chanches!
Yoram Gutgeld, già l’uomo chiamato da Renzi a Palazzo Chigi per affrontare i nodi della spesa pubblica fuori controllo, qualche idea se l’è fatta.
Dopo il suo fallimentare periodo nella stanza dei bottoni (ottime analisi, eccellente visione del “dove” e “come” intervenire con la forbice dei tagli: nessuna efficacia concreta!) l’ex consulente della McKinsey e l’uomo di fiducia di Renzi ha provato a valorizzare l’esperienza negativa facendo una lista delle cose da fare per iniziare a ridurre l’impatto di un costo della pubblica amministrazione, assolutamente insostenibile.
Eccovi una sintesi del suo pensiero: “Non credo ci siano delle soluzioni magiche – ha scritto Gutgeld – sarà probabilmente necessario utilizzare qualche leva del passato. Ma ne esiste un’altra: rendere la produzione dei servizi che lo Stato fornisce più efficiente. Le parole sono importanti. I termini “revisione della spesa” e “lotta agli sprechi”, caduti negli ultimi anni ovunque in disuso, suonano come tagli ed eliminazione del superfluo. Bisogna invece pensare e parlare nell’ottica del “più con meno”, cioè riuscire a produrre più servizi a parità di risorse finanziarie. E’ possibile: centralizzando gli acquisti, introducendo una moderna gestione della logistica negli ospedali, digitalizzando i processi amministrativi e chi più ne ha più ne metta. Il potenziale di recupero nel lungo periodo, più o meno ovunque nel mondo, è a mio avviso, tra il 5 e l’8% del PIL. Parliamone, prima che sia troppo tardi”.
Caro Gutgeld, parliamone pure ma soprattutto inizi a parlarne Lei con i responsabili del suo partito, il PD o comunque Italia Viva, che, almeno oggi, sono nella stanza dei bottoni, per fare le cose e non solo per discuterle.
La sua mi sembra una proposta sensata e possibile: ci vuole qualcuno che ci metta la faccia e una adeguata professionalità.
Alzare il telefono e chiamare il Ministro Gualtieri?
Riccardo Rossotto