Ho letto recentemente un interessante articolo a firma di Guido Alpa, insigne giurista, che affronta il tema della nuova giungla costituita dalla tecnofinanza e delle sue ricadute nel mondo del diritto.
La prima considerazione che mi è venuta spontanea è che il prof. Alpa, che non è certo un giovanotto, è proiettato nel futuro e ciò dimostra, per l’ennesima volta, che la curiosità è sintomo di grande intelligenza.
Venendo al merito l’Autore ritiene che sia stata avviata una vera e propria rivoluzione in cui la tecnica, la scienza e lo studio della intelligenza artificiale abbiano sopravanzato, e di molto, l’economia ed il diritto che si sono trovati nella difficile posizione di colui che rincorre.
D’altro canto concordo sul fatto che le scelte legate alle applicazioni tecniche scientifiche nei rapporti commerciali non possono certo essere demandate ai tecnici ed agli scienziati.
Il prof. Alpa individua in particolare otto macro aree di intervento della tecnologia digitale applicata alla finanza, che costituiscono i pilastri della rivoluzione in atto:
1) pagamenti; 2) le assicurazioni; 3) la pianificazione finanziaria; 4) il crowdinvesting; 5) il trading; 6) le catene a blocchi (blockchains) e l’utilizzazione di particolari mezzi di pagamento (bitcoin); 7) l’analisi delle informazioni; 8) la sicurezza delle informazioni.
Si apre quindi un nuovo mondo che, da un lato, implica la nascita di nuovi soggetti e di nuove competenze nell’ambito di nuovi mercati nei rapporti con i consumatori, dall’altro, per quanto riguarda il mondo del diritto, che dovrebbe regolare detto mondo nuovo, la nascita di un nuovo vocabolario, nuovi concetti, nuove discipline. E’ interessante osservare al riguardo che, ragionando in termini generali, il diritto si era sempre trovato a gestire e regolare situazioni già esistenti e che le novità tecniche che si venivano successivamente a creare venivano spesso gestite con l’istituto dell’analogia o con leggi ad hoc, che si venivano però spesso a collocare in un ambito già strutturato.
Ora invece siamo di fronte a quella che si può configurare come una vera e propria rivoluzione che, in particolare per gli operatori del diritto, non sarà certo banale gestire.
Alberto Caveri