La privacy, caro Riccardo, è da sempre un illusione.

Come sai, sono cresciuto in un paesino sulle colline piacentine. È vero che dai pettegolezzi di paese, le voci di piazza, e le sorveglianze dei signori della porta accanto alla sorveglianza digitale di oggi vi è di mezzo un oceano, ma questo semplicemente perché il paesino è ora un villaggio globalizzato, e con i benefici e la ricchezza della globalizzazione, abbiamo (tutti, o quasi tutti) accettato di essere più esposti, più nudi, per accedere ad informazioni che crediamo ci possano essere utili. La svolta è cominciata meno di trent’anni fa con la diffusione dei telefoni cellulari, che ti “trovavano” anche in bagno, ed è arrivata fino ad oggi con Apple Home, Google Home, Alexa, ecc., tutti ad ascoltare, ad ascoltarci, e a permettere di ascoltare gli altri.  E questo è un punto importante.  Perché il risvolto della medaglia della perdita della nostra privacy, è la perdita della privacy degli altri, la quale fa comodo a noi, che leggiamo, spiamo, indaghiamo, guardiamo. A volte per mera curiosità. A volte per invidia. A volte perché vogliamo sapere i fatti degli altri per guadagnarci, od ottenere un vantaggio competitivo. Ed in alcuni, per ricattare.

Il mondo ha abbandonato le persiane e le ha sostituite con svolazzanti tendine di lino.

Il movimento che tu descrivi, e che io apprezzo, nato da Cambridge Analytica, è embrionale ed intellettuale. Se avrà successo, come si materializzerà tale successo?  A chi il controllo del “big data”? Alle istituzioni dei singoli paesi? Un Trump, un Salvini, un Di Maio?  O i loro equivalenti di sinistra? O ad una struttura sovranazionale, tipo ONU? Efficace come l’ONU?  Non penso le cose migliorerebbero con tali garanti.  Vedremo.

Per ora rimango alla finestra, persiane aperte, tendina di lino svolazzante. Ma, vestito.

Propongo di rifare il punto sul tema tra un anno, e constatare il progresso (o meno) del movimento.

Un abbraccio da San Francisco,

Antonio Valla

Leggi qui l’articolo di Riccardo Rossotto, I nuovi capitalisti di Silicon Valley e il furto delle nostre identità

Antonio Valla

Nato a Milano e formatosi tra l’Italia e la California, ha fondato nel 2009 la Valla Morrison & Shachne, dopo aver creato la Gilliss Valla e Dalsin, LLP nel 1994. Specializzato in casi di contenzioso...

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