Con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, cui ha dato un apporto forse decisivo, Elon Musk non è più soltanto l’uomo più ricco del pianeta, ma è diventato anche uno dei più influenti, per non dire potenti, a livello sociopolitico. La sua visione del mondo, che potrebbe condizionarne il futuro, è quindi oggetto di polemiche e di indagini approfondite. Non mi soffermo sugli aspetti più strettamente politici (su cui, come sempre, non prendo posizione), ma su quelli più tecnici e sociologici. Musk è convinto assertore dei principi della Scuola di Toronto, teorizzata da Marshall McLuhan e Derrick de Kerckhove.

Il principio fondante della Scuola è il“ Determinismo tecnologico”. La società attuale, per i torontoniani, è il risultato delle innovazioni tecnologiche che si sono susseguite nel tempo. E, coerentemente, l’evoluzione della società in futuro sarà dettata dall’innovazione tecnologica, che ormai quasi coincide con quella del digitale.

Musk punta quindi a un mondo sempre più guidato da quello che un tempo si chiamava Ict, cioè Information, communication tecnology. E qui si apre un tema decisivo per la società e la democrazia. Due sono le scuole di pensiero. Ci sono i cyber-utopisti (oggi chiamati più semplicemente “ottimisti”) e i cyber-scettici o cyber-catastrofisti (oggi più semplicemente “pessimisti”). I primi sostengono che il cosiddetto digital devide, cioè il divario tra coloro che hanno accesso alle nuove tecnologie e hanno le competenze per usarle, da una parte, e coloro che ne sono privi, dall’altra, è destinato a colmarsi.

Internet (nel suo senso più ampio) rendendo agevole per tutti l’accesso all’informazione e ai servizi (si pensi ad esempio alle opportunità per la logistica) è destinato a una “normalizzazione”. Le differenze man mano si attueranno sino a scomparire, rendendo la società più democratica, grazie alle opportunità offerte a tutti.

Al contrario, i pessimisti temono la stratificazione. Cioè una società divisa in strati, in cui il divario d’accesso si è inserito in una struttura sociale già contraddistinta da disuguaglianze in termini di capitali economici, sociali e culturali. La progressiva digitalizzazione accentuerà questo gap. La domanda chiave riguardo alla visione del mondo di Musk, caratterizzata dal determinismo tecnologico è quindi: andremmo verso una maggiore democrazia o verso una sorta di società divisa in “caste digitali”?

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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