Riassunto delle Lettere precedenti.
Nel mese di gennaio ci siamo trovati in Arabia Saudita al seguito di una corsa automobilistica, il rally raid Dakar.
Abbiamo cosi’ avuto l’occasione di scrivere delle “Lettere dall’Arabia”, di cui quella che pubblichiamo oggi è la seconda.
Oggi “Lettere dall’Arabia” è dedicata alle impressioni, ai tweet che sono nati come audiomessaggi e riflessioni spontanee guidando per centinaia e centinaia di km su autostrade e strade con ogni genere di fondo stradale.
Sono polaroid e pensieri, sono tweet d’Arabia.
8 gennaio, giornata grigia, on the road
1-Lettera D come deserto
– Giochi di luce e ombre sul deserto.
Cielo grigio, piccoli scuarci illuminano la sabbia che diventa bianca
Luci che illuminano magicamente una parte del deserto.
Importanza delle luci che illuminano il nulla.
La sabbia diventa dorata, le montagne la attorniamo
– Terre rosse che emergono dal deserto come fossero isole: arcipelago di sabbia.
-Montagnole come mammelle del deserto.
Montagnole come capezzoli del deserto.
Come se un gigantesco dio bambino le succhiasse per prendere alimento vitale
– In questa terra immensa e dagli spazi infiniti, anche dio se ci pensi deve essere immenso e grandissimo
– Tralicci dell’alta tensione, tralicci dell’alta tensione, tralicci dell’alta tensione disegnano sulla sabbia una gigantesca linea geometrica che sostituisce le palme.
Tralicci come alberi maestosi: oasi di ferro che ricordano migliaia di piccole Tour Eiffel.
– Cartelli stradali con segni di cammelli che attraversano la strada.
Di cammelli in realtà nemmeno l’ombra.
– Toh un albero di Mattioli, isolato nel deserto, come se la natura si riproducesse identica a se stessa, semplicemente in luoghi diversi
– Ecco lontano all’orizzonte il Monviso, mi sento a casa. Ma non lo sono.
– Improvvisamente crete toscane, palme, oasi, sabbia più scura
-Ecco di nuovo le luci che illuminano il deserto, come spot luminosi, luci e ombre si alternano come se dal cielo il direttore alla fotografia cercasse l’ inquadratura e la luce migliore
– Caro Carovaniere, cari cammelli, cari beduini, è la terra desertica che fa la carovana.
Non viceversa.
Similitudini lontane dalla terra di Arabia che fu.
Ecco alla nostra destra una tenda, dei cammelli, e immagini carovane d’altri tempi
-Camion come cammelli, guidatori come cammellieri.
File di camion infinite come carovane.
Poi bivacchi. Miraggi. Strade assolate
Chiarore. Sabbia, già, la sabbia finissima che ti entra ovunque, anche dentro le unghie, sotto le unghie.
– La sabbia cambia colore, qui è bianca, è stata gialla, marrone, arancione, tutte le gradazioni della sabbia del deserto
– 15 gennaio, dune magiche dorate incantate, segnali stradali con “Emirates 220 km”: questa la polaroid del giorno.
Impressionanti dune, menu di dune, dune dorate, dune increspate, un mare dorato di dune increspate
2-Lettera G come Guerra
Scene di guerra, elicotteri, elicotteri che si alzano in volo, rumore di pale, Apocalypse now, rumore di motori. Generatori elettrici …
È un grande gioco per ragazzi benestanti che vogliono passare il tempo senza pensare, se non alle loro avventure.
Competizioni, si creano spasmi, problemi legati alla prestazioni, alle macchine.
Un gigantesco tourbillon (o court bouillon) in cui non pensi se non alle cose che hai costruito, in cui ti sei trovato dentro, questo gioco Infinito di rimandi alla battaglia, alla lotta, a questo incessante desiderio di dimostrare a se stessi e agli altri di essere forte, di essere capace, di aver superato, di aver dormito, di non aver dormito, di aver rotto, di aver bucato, di aver aggiustato, di essere stato recuperato.
Un eterno ritornello e un girare intorno senza sosta, frenetico, incessante.
Tutto, tutto fatto per non pensare.
– A proposito di guerra: una seconda base militare in pochi km, con tanti cannoni puntati verso l’esterno.
3- Lettera R come Riflessioni
– Pensiamo alla vita dei giornalisti a giro per il Mondo, che passano gran parte del tempo in ingorghi stradali assurdi, giornate assolate e piovose, sole negli occhi, per poi arrivare a sera in un grande albergo sempre uguale, sempre anonimo, accendere il computer, o una macchina da scrivere un tempo, scrivere il pezzo della giornata. Terzani, Fallaci…Mah.
– Arabia double face. Arabia ufficiale e quella di chi lavora per loro: pakistani, indiani, singalesi… tutti quelli che svolgono le mansioni più umili e indispensabili.
Eraldo Mussa