L’Italia ha iniziato a partecipare alle missioni dell’U.N.I.F.I.L. ( United Nations Interim Forces in Lebanon)  il 18 luglio 1979. L’U.N.I.F.I.L.  era stata istituita dal Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. ( con le Risoluzioni 425 e 426 )  il 18 marzo 1978 allo scopo di verificare, controllare e mantenere il ritiro delle truppe israeliane dal territorio libanese che avevano invaso tre giorni prima.  Questa invasione (Operazione “Litani” o Leonte, fiume del Libano) era avvenuta in seguito agli attacchi che gruppi terroristici palestinesi avevano effettuato il giorno antecedente contro villaggi del nord dello Stato ebraico.   Si trattava di una Forza di interposizione (“interim”) che veniva ad essere schierata fra le truppe dei due contendenti allo scopo di assicurare  – oltre al ritiro  dal Libano delle I.d.F. ( Israeli defence Forces, Forze Armate di Israele) –   l’assistenza e la protezione della popolazione locale e il sostegno al Governo libanese.  Alla costituzione dell’ U.N.I.F.I.L. avevano contribuito inizialmente  (con 2500 militari e 800 civili)  18 Paesi, che sarebbero saliti a 49 nel 1990.  Il primo contingente militare italiano  entrato a far parte dell’U.N.I.F.I.L constava di soli 50 uomini e 4 elicotteri che vennero destinati a ricognizioni del territorio e al soccorso della popolazione del sud del Libano. Questo contingente fu progressivamente portato a oltre 1500  uomini con 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei (2010).  Dopo un periodo di tregua armata, a seguito della ripresa di attacchi di milizie terroristiche libanesi (“Hezbollah”, Partito di Dio) su territorio isra eliano di confine, con successive nuove invasioni del sud del Libano da parte delle I.d.F.  negli anni 1982 (Operazione “Pace in Galilea”), 1993 ( Operazione  “Responsabilità”) , 1996 (Operazione “ Grappoli d’uva”) e 2006, l’11 agosto 2006 il Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U., con la Risoluzione 1701 inviò un contingente di 15.000 uomini di varie Nazioni con relativi mezzi militari nel Libano meridionale , che fu schierato fra i belligeranti, imponendo loro di cessare il fuoco . Il comando di questo contingente venne posto a Naqoura al confine sud del Libano.  Il controllo del territorio libanese venne inizialmente suddiviso in 7 zone di operazione tra Stati Uniti  (centro), Francia e Finlandia (nord), Irlanda e Polonia ( centro/nord), Ghana (centro/sud),  Ungheria (sud),  Malesia e Nepal (sud est) e Italia (sud ovest).  Successivamente vennero costitute cinque forze operative  ( Blatt Joint Task Forces) di cui una ghanese (Ghanblatt), una malese ( Malblatt), una sud coreana ( Rockblatt) , una irlandese – polacca ( Irishpolblatt) e una italiana (Italblatt).  All’Italblatt venne affidato il controllo del sud est ( S West) del Libano.  La sua sede principale  (“Millevoi” , dal nome di un giovane ufficiale morto in missione a Mogadiscio nel 1992) fu posta nella città di Shama sulla costa libanese occidentale e un presidio fu stabilito a Al Mansouri presso la città di Tiro.             Al comando delle truppe U.N.I.F.I.L. era I’ Head of Mission and Joint Task Forces in Lebanon Commander (Capo della Missione e delle Taks  Forces Riunite in Libano).  Questo ruolo veniva affidato dal Segretario Generale dell’O.N.U. (al momento il portoghese Antonio Guterrez) in successione a Comandanti delle  Forze delle varie Nazioni dell’ U.N.I.F.I.L. i quali restavano in carica per quattro anni. Per l’Italia venne chiamato a questo incarico , nell’agosto 2018, il Generale Corpo d’Armata Stefano Del Col ( in successione del Generale irlandese Michael Brady)  e vi rimase sino al febbraio 2022, sostituito dal Leutenant General spagnolo Aroldo Lazzaro Saez tuttora in carica.         Al comando della “Italblatt” Joint Task Force Lebanon S-West si sono susseguiti, nel tempo, i Generali di divisione  Claudio  Graziano ( febbraio 2007/ gennaio 2010), Paolo Serra ( gennaio 2011/ luglio 2014),  Luciano Portolano (luglio 2014/ luglio 2016),  Giovanni Brafa Musicoro ( luglio 2016/ maggio 2018), Paolo Fabbri  (giugno 2018/ agosto 2020),  Enrico Fontana ( agosto 2020/ agosto 2024), Stefano Messina ( agosto 2024  a tuttora).

Le operazioni militari  italiane in Libano erano incominciate nell’agosto 1982 con la partecipazione a una Forza Multinazionale (MFL)  formata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito ivi operante. Dall’agosto 1982 al marzo 1984  oltre un migliaio di nostri uomini, al comando del Colonnello paracadutista Franco Angioni, venne impiegato ( Operazioni Libano 1 e Libano 2) con il supporto di unità navali della Marina militare italiana , allo scopo di consentire e proteggere il trasferimento di palestinesi dal Libano nei campi profughi dei Paesi arabi confinanti, a seguito della  quarta invasione del Libano da parte delle I.d.F. .  Successivamente (luglio 2001) l’ “Italblatt” ebbe l’incarico di monitorare la “Blu Line” ( linea di demarcazione tra Libano e Israele stabilita nel giugno 2000 dall’O.N.U. per verificare l’effettivo ritiro delle IdF dal Libano dopo la loro ultima invasione nel Paese dei cedri nel 1996 ).  Lungo questa linea l’”Italblatt” stabilì due postazioni avanzate (UNP 1 -31  e UNP 1 – 32) in unione con truppe delle L.A.F. ( Libanese Armed Forces) impegnate da tempo contro milizie terroristiche Hezbollah.     Nel luglio 2006 la stessa Joint Task Force  italiana cooperò all’ Operazione “Mimosa” effettuata dalla Marina Militare nazionale con naviglio e mezzi anfibi per evacuare cittadini italiani dalle regioni libanesi ove era in atto il conflitto tra  L.A.F. e Hezbollah. A novembre dello  stesso anno  sostenne l’Operazione “Leonte” che vide, in un primo tempo, la Marina Militare italiana  impegnata a fianco di forze navali britanniche, greche, tedesche e francesi che effettuavano sbarchi di materiale sanitario e derrate alimentari per la popolazione libanese stremata dalla guerra intestina.   Successivamente l’Operazione “Leonte” venne condotta da truppe dell’Esercito italiano appartenenti a 24 tra Brigate e Reggimenti diversi che, dal 2006 al 2024,  impiegò  nelle operazioni oltre 1000 uomini ( Brigate Paracadutisti “Folgore”,  corazzata “Ariete”,  Bersaglieri “Garibaldi”, meccanizzate “Aosta”,  “Pinerolo”, “Granatieri di  Sardegna”, “Sassari”e “Centauro”;  Aereomobile “Friuli”,  alpine “Taurinense” e “Julia”, e  Cavalleria  “Pozzuolo del Friuli”; Reggimenti San Marco, Lagunari,  7° Cremona, 3° Genio, Carabinieri“Tuscania”, “Piemonte cavalleria”, 151° Fanteria e 11° Trasmissioni Civitavecchia).

La Joint Task Force italiana  in Libano comprende  i seguenti assetti operativi  :

1 -Comando del  Settore West dell’ U.N.I.F.I.L. (Base “Millevoi” ) con sede a Shama ove si trova il

Comandante della Missione italiana (Generale Brigata Stefano Messina dall’agosto 2024);

2 – Centro Amministrativo di Intendenza (C.A.I.) con sede a Shama, al comando del Colonnello

Bernardino Gamboni, con il compito del coordinamento delle attività logistico-amministrative

della Missione ;

3 – “Italblatt” con sede a Al Mansouri al comando del Colonnello Alessio Argese con il compito di

controllare e proteggere la “Blu Line” collaborando con brigate delle L.A.F.;

4 – Unità di supporto attività operative (Support Operative  Unit) con sede a Shama al comando del

Colonnello  David De Petris  adibita a collegamenti interforze e con le brigate delle  L.A.F. ;

5 –   Unità di supporto di aderenze (CSS BN Combat Service Support Battalion) con sede a Shama, al

Comando del Colonnello  Michele Lo Savio destinata a fornire supporto logistico per trasporti,

rifornimenti, assetti sanitari per disinfezioni a favore della popolazione;

6 –  Elemento di supporto nazionale (IT NSE  National Support Element) con sede a Shama istituito

per i rifornimenti e le necessità operative delle Forze nazionali ;

7 –   Unità di riserva (SMR Sector Mobile Reserve) con sede a Shama  al comando del Capitano

Sambuco con uno Squadrone esplorante supportato da 4 carri VTLM “Lince” per interventi di

urgenza sul fronte libanese occidentale;

8 –   Unità di comunicazioni operative ( M.C.O.U.  Military Community Ouyreach) con sede a Naqoura

al  comando del Maggiore Pietro Ballario, per collegamenti operativi  interforze ;

9 –    Gruppo “ITALAIR” AVES  “Sirio”dell’Aereonautica Militare italiana  con sede a Naqoura, con 6

Elicotteri AB 212 e AB 214 , al comando del Colonnello Maurizio Sabbi, con compiti di interventi

di urgenza e di primo soccorso sanitario, di scorta dei Comandanti della Missione e di controllo

degli assembramenti popolari;

10 –   Contingente di Carabinieri composto da due Compagnie ( 160 uomini e 20 ufficiali) del

Reggimento paracadutisti “Tuscania”  con sede a Shama, al comando del Colonnello Andrea

Mazzotta per il mantenimento dell’ordine pubblico e il sostegno logistico alla popolazione.

La Missione militare  italiana in Libano è presente anche nella M.I.B.I.L.  (Missione Bilaterale di Addestramento delle Forze militari libanesi)  istituita dall’ O.N.U.  l’ 11 marzo 2015 allo scopo di fornire sostegno strutturale al Governo del Libano e di rafforzare le capacità operative delle L.A.F. con l’istruzione e l’addestramento. A questo fine il contingente italiano ha costruito un Centro di attività formative per le I.A.F   a As Samanyah nel sud del Libano, condotto da Carabinieri e Alpini al comando del Colonnello Matteo Vitulano, con l’intervento anche degli incursori della Marina Militare per l’addestramento delle L.A.F.  alle  operazioni anfibie.

Le Missioni U.N.I.F.I.L e M.I.B.I.L. dell’Italia  sono tuttora presenti nel Settore Est del Libano e ne è stata confermata recentemente la permanenza . E ciò nonostanti gli attacchi alle strutture O.N.U. effettuati recentemente dalle I.d.F. per colpire le milizie  Hezbollah che si erano accampate nelle loro vicinanze , nell’intento di essere protetti dalla neutralità dell’Organizzazione internazionale.

Gustavo. Ottolenghi

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