Se dovessi sintetizzare il pensiero dominante della nostra epoca in un solo concetto, sceglierei la tecnologia e la digitalizzazione, la cui capacità pervasiva in quasi tutti gli aspetti della vita moderna, con effetti tangibili e intangibili, è indiscutibile. Primo attore del pensiero dominante legato alla tecnologia e alla digitalizzazione è, nella nostra epoca, indubbiamente Elon Musk. La sua influenza e le sue attività imprenditoriali incarnano molte delle tendenze chiave che caratterizzano il mondo moderno, al punto da avere un impatto significativo sulla geopolitica e influenzare lo scenario politico internazionale. Le sue performance tecnologiche sono sotto gli occhi di tutti.

Attraverso SpaceX è uno dei principali attori nel settore spaziale commerciale, fornendo servizi di lancio a numerosi paesi e organizzazioni. Questo ruolo strategico gli conferisce un’influenza considerevole, poiché l’accesso allo spazio è fondamentale per le comunicazioni globali, la sorveglianza e la ricerca scientifica.  SpaceX collabora con la NASA e altre agenzie spaziali, influenzando così le politiche spaziali e le strategie nazionali. I suoi successi nel ridurre i costi di lancio possono financo cambiare gli equilibri nel settore aerospaziale.

Attraverso il progetto Starlink mira a fornire connessione internet satellitare a livello globale, il che potrebbe ridurre il divario digitale, ma anche influenzare la sovranità delle comunicazioni nazionali. La disponibilità di internet indipendente dalle infrastrutture locali potrebbe avere implicazioni politiche significative in regioni con restrizioni sull’accesso alle informazioni. Starlink è stato utilizzato in situazioni di crisi, come la guerra in Ucraina, per garantire comunicazioni stabili. Ciò sottolinea il potenziale di Starlink come strumento geopolitico, in grado di supportare o destabilizzare regimi a seconda dell’accesso concesso o negato.

Attraverso Tesla – produzione di veicoli elettrici e sistemi di accumulo energetico – guida la transizione verso fonti energetiche rinnovabili. Questo ha implicazioni geopolitiche significative, poiché la riduzione della dipendenza dal petrolio può alterare gli equilibri di potere tra i paesi produttori e consumatori di energia. Tesla influenza anche le catene di fornitura globali, in particolare per quanto riguarda i minerali critici per le batterie, come il litio e il cobalto, il che può portare a rivalità geopolitiche per il controllo di queste risorse.

Attraverso Neuralink è all’avanguardia nella ricerca sull’intelligenza artificiale e sulla neurotecnologia. Queste tecnologie emergenti potrebbero avere un impatto geopolitico, influenzando la sicurezza nazionale, la privacy e l’equilibrio di potere globale. Va da sé che, essendo un pioniere in diversi campi tecnologici, Musk contribuisce a consolidare gli Stati Uniti nel ruolo di leader mondiale nell’innovazione.

Tutto ciò lo rende un uomo potente, non solo ricco, forse il più potente al mondo oltre che il più ricco. Le sue dichiarazioni possono influenzare i mercati finanziari globali, come si è visto con le fluttuazioni delle criptovalute e delle azioni di Tesla. La capacità di influenzare i mercati può avere ripercussioni politiche ed economiche su scala globale. Inoltre, Musk esercita anche un’influenza culturale significativa, promuovendo valori di innovazione e imprenditorialità che possono condizionare le politiche educative e di sviluppo in vari paesi.

Elon Musk è quindi una figura di rilevanza geopolitica non solo per le sue innovazioni tecnologiche, ma anche per il suo potere di suggestionare mercati, politiche e opinioni pubbliche a livello globale. La sua capacità di operare in settori strategici gli conferisce un ruolo unico nell’orientare le dinamiche geopolitiche del nostro tempo.

Nel 1770 Sir William Pitt pronunciò alla Camera dei Lord una famosa frase: “C’è qualcosa dietro il trono, più grande del Re stesso”. Una frase che ci suggerisce di porci la domanda “cosa c’è dietro la visione del mondo di Elon Musk?”

Per una parte dell’opinione pubblica, forse minoritaria, è un soggetto che si è screditato non solo per le sue posizioni politiche ma anche per le numerose “promesse” finora non mantenute, quali l’arrivo su Marte o le auto senza guidatori, e per la facilità con la quale ha ingoiato Twitter. Per l’altra parte, invece, è un novello San Giorgio che ci proteggerà dai rischi e dalle minacce del drago dell’intelligenza artificiale e, perché no, dalla dittatura del pensiero unico progressista.

L’imprenditore di origine sudafricana cattura di certo ammirazione, ma allo stesso tempo alimenta turbamenti, al pari di tutte le persone che ritengono di avere una missione da compiere, come Netanyahu, Greta Thunberg e altri. Musk è fermamente convinto della necessità di salvare il mondo da problematiche urgenti, sia con le tecnologie che produce sia con le idee che propaganda.

Da questo punto di vista, non è solo un imprenditore, ma anche un ideologo, un visionario pieno di soldi, conoscenze e competenze che svolge un ruolo politico, un uomo molto potente, privo di qualunque controllo democratico, non essendo mai stato eletto. A spaventare è l’idea che un ingegnere con un immenso patrimonio finanziario e tecnico possa prendere in mano le redini del mondo, pur privo di una scienza filosofica e politica che lo aiutino a miscelare lo sviluppo tecnologico ed economico con il progresso sociale fatto anche di diritti umani.

Sull’ultimo punto, il progresso e i diritti, è piuttosto scettica sua figlia che, oltre alla transizione di genere, ha anche deciso di non chiamarsi più Xavier Musk ma Vivian Jenna Wilson, la quale lo definisce un narcisista con i paraocchi e, per completare la contrapposizione ha scelto di essere marxista.

Il soluzionismo tecnologico è la grande certezza di Elon Musk, secondo il quale non c’è altra possibile soluzione ai mali del mondo se non la tecnologia: sono le idee che devono adattarsi alla tecnologia e non il contrario! Che una parte della classe politica internazionale lo inviti a parlare alle proprie manifestazioni è alquanto preoccupante perché sembra quasi che la politica voglia apprendere dal suo verbo la direzione da percorrere. È una tesi lontano dalla realtà? Credo di no, visto che qualcuno ritiene che Elon Musk possa essere il “profeta della destra”. Se dovesse entrare in una ipotetica compagine governativa americana il pericolo che diventi il profeta tecnologico globale sarebbe dietro l’angolo.

Sarebbe pericoloso se Musk venisse veramente riconosciuto come il profeta del futuro dalla politica, non ha importanza di quale orientamento. Se ciò avvenisse, chi deciderà quali sono i rischi esistenziali? Chi sceglierà le priorità? La sua proposta di derubricare la crisi climatica a emergenza di secondaria importanza… tanto ci saranno le tecnologie a risolvere il problema, è grave di per sé, ancora di più se la tesi venisse fatta propria dalla classe politica.

Affidare le sorti del pianeta alla tecnocrazia sarebbe un deciso passo indietro della democrazia, perché la complessità del mondo non può essere affrontata e risolta soltanto con le tecnologie, che non hanno codici morali e legali, non sanno nulla dei diritti umani, non si pongono il problema della tutela dei vulnerabili, tantomeno l’obiettivo della solidarietà. Il soluzionismo tecnologico tende a semplificare i problemi, riducendoli a meri processi tecnici, ma non è così che si può affrontare la complessità di un mondo globalizzato che rivendica la pluralità.

Studiosi e filosofi della tecnologia, come Evgeny Morozov, sostengono che affidarsi eccessivamente a soluzioni tecnologiche può portare a una visione riduttiva della complessità umana e sociale. In pratica, non tutti i problemi sono risolvibili o semplificabili attraverso la tecnologia. In sintesi, sebbene la soluzione tecnologica sia una tendenza potente e in crescita, è indispensabile che si sviluppino una maggiore consapevolezza sui limiti della tecnologia e un impegno a integrare le soluzioni tecnologiche con approcci umanistici e sociali, perché senza un controllo sociale, la tecnologia finisce col tutelare solo gli interessi di chi la produce.

Da tutto questo ne deriva che Elon Musk è certamente un imprenditore visionario, con idee futuristiche e la sfacciataggine di proporle senza soppesarne i limiti, ma del profeta non ha certamente la dimensione etica e morale come peraltro, nel piccolo della sua vita privata, dimostra il disconoscimento di una figlia che ha scelto un percorso di vita da transgender.

Mario Grasso

Mario Grasso

Mario Grasso, laureato in Scienze Sociali, giornalista pubblicista, un passato da manager aziendale e saggista, un presente da scrittore di narrativa

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