Il prossimo 7 ottobre verrà inaugurata presso Spazio Roseto, in Corso Garibaldi 95 a Milano, la mostra personale di Alfredo Rapetti Mogol intitolata “Abbi cura di Te”, che sarà aperta al pubblico fino al 20 ottobre.

L’evento è promosso da Roseto, società specializzata nella locazione di immobili di prestigio di proprietà, e da Harves, azienda di intermediazione immobiliare orientata al segmento Luxury Real Estate. Gli aspetti organizzativi e curatoriali sono stati affidati ad Art Relation, realtà leader nella consulenza a 360 gradi nel settore arte, fondata e guidata dal professor Milo Goj.

Alfredo Rapetti Mogol, figura poliedrica e iconica nel panorama culturale italiano, è noto non solo come autore pluripremiato di testi per canzoni, ma anche come artista visivo di grande sensibilità.  Figlio d’arte, ha sviluppato uno stile unico che unisce due mondi spesso considerati separati: quello della parola e quello dell’immagine. Le sue opere,
infatti, trasportano la scrittura sulla tela, trasformandola in segno visivo. Il risultato è un’arte che sfida le convenzioni tradizionali, dove le parole vengono scomposte, frammentate e ricomposte, creando un enigma visivo che stimola lo spettatore a una riflessione profonda e personale.

 

Lei è conosciuto come un autore di testi di grande successo, ma si è affermato
anche come artista visivo. Come riesce a fondere l’arte della parola con
quella dell’immagine nei suoi lavori?

Ho sempre concentrato il mio lavoro di autore sulla parola, il che ha influenzato profondamente la mia attività pittorica. La scrittura per me diventa un gesto estetico sulla tela, dove il linguaggio scritto acquista una nuova forma, quasi fisica, che coinvolge il fruitore in una riflessione ulteriore. Dipingere le parole è un modo per esplorare emozioni diverse, creando uno spazio di comunicazione visivo e poetico. La scrittura è più concettuale, mentre la pittura è catartica e liberatoria.

Nelle sue opere lei spesso spezza e frammenta le parole. Qual è il
significato di questa scelta e cosa cerca di comunicare?

Da più di tredici anni utilizzo la scomposizione alfabetica come una tecnica per richiamare l’attenzione del pubblico. Questo approccio invita a vedere il mondo da una prospettiva diversa. Cambiando gli spazi tra le parole, una semplice
frase si trasforma e spinge chi osserva a ricostruirla e a interiorizzare il significato, riscoprendo così la meraviglia della lettura.

La mostra “Abbi cura di Te” evoca un’attenzione e una cura verso
sé stessi e gli altri. Cosa desidera trasmettere?

Il titolo della mostra rappresenta un invito a prendersi cura di sé stessi, ma anche degli altri. È un messaggio semplice e diretto, ma carico di significato. Viviamo in un mondo frenetico e spesso ci dimentichiamo di circondarci di ciò che ci fa stare bene, che siano opere d’arte, un sorriso o il calore di una casa accogliente.

Le società Roseto e Harves, promotrici dell’evento, si inseriscono nel contesto milanese come esempio di mecenatismo contemporaneo. Lei cosa ne pensa?

Credo che il contributo di aziende come Roseto e Harves sia fondamentale per la diffusione della cultura e dell’arte. Il mecenatismo permette di sviluppare progetti artistici. Sostenere l’arte è una scelta lungimirante che porterà frutti importanti, soprattutto se si continuerà a dare spazio ai giovani artisti.

Ha progetti futuri che può anticiparci?

Ho diversi progetti in cantiere. Uno dei più importanti è l’iniziativa presso il Centro di ricerca della Fondazione Irccs San Gerardo di Monza, dove le mie opere sono esposte direttamente nelle stanze dei pazienti. È un progetto che unisce arte e medicina in un contesto molto particolare. Inoltre, sto lavorando a una collaborazione con il Museo della Scrittura di Torino, che spero di poter condividere al più presto.

Martina De Tiberis

Martina De Tiberis

Laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Ferrara con il massimo dei voti. Nel 2021 ha intrapreso il percorso per diventare giornalista pubblicista,...

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