La Striscia di Gaza (Gaza Strip) è una regione costiera del Vicino Oriente confinante a nord con il Libano, a sud con l’Egitto, a est con Israele e a ovest con il Mar Mediterraneo. Lunga 40 kilometri e larga 9, ricopre una area di 365 kilometri quadrati, e conta 2 milioni di abitanti (2023) con una densità pari a 5.000 abitanti per kilometro quadrato (Italia circa 200 abitanti per chilometro quadrato). Comunica con gli Stati vicini tramite 7 varchi: Rafah, Kerem Abu Salem (Kerem Shalom) e Al Awdah (Sufa) con l’Egitto; Beit Hanoun (Erez) con la Cisgiordania e Al Shujaiah (Nahal Ouz), Muntar (Karni) e Al Karara (Kissufim) con Israele.

I varchi di Al Awdah e di Al Shujaiah sono stati chiusi definitivamente da Israele nel 2008. Due zone cuscinetto attraversano la Strip: il “Corridoio Philadelphia” tra questa e l’Egitto, e il “Corridoio Netzarim” che dal Mediterraneo raggiunge il confine est della Strip.  Amministrativamente essa è suddivisa in 4 Governatorati: Gaza (che comprende i Distretti di Gaza City e di North Gaza), Deir el Balah, Khan Yunis e Rafah. Capitale ne è Medinat Ghazza (Gaza City, “città preziosa”) con circa 600.000 abitanti e una loro densità pari a 13.000 abitanti per kilometro quadrato. Città principali sono Rafah, Khan Yunis, Deir Balah, Beit Hanoun, Jabailia e Beit Lahia.

Dal punto di vista giuridico istituzionale dal 1994 la Strip costituisce con la Cisgiordania lo Stato della Palestina peraltro non ancora riconosciuto ufficialmente dall’O.N.U.  Lo Stato diPalestina è attualmente governato formalmente dall’ A.N.P. (Autorità Nazionale Palestinese) con a capo Muhammud Abbas ( Abu Mazen) ma, dal 2006, è in pratica sotto il governo del movimento islamista, fondamentalista, sunnita di H.A.M.A.S. (Harakat al Muqawama al Jslamiyya) al comando di Yahya Sinwar e di Isma’il Haniyek.

L’economia della Strip si basa essenzialmente sull’agricoltura (ulivi, agrumi, mandorli, cereali) e sull’allevamento del bestiame (cammelli, ovini e caprini). L’industria è in condizioni artigianali e volta essenzialmente alla estrazione dello zolfo e degli idrocarburi di cui è ricco il sottosuolo. In fase iniziale era lo sfruttamento del gas naturale rinvenuto nelle acque territoriali ad opera di imprese britanniche e statunitensi, interrotto dalle vicende belliche avvenute nel territorio.  Altrettanto scarso è il commercio che di svolge con l’Egitto e Israele verso i quali la Strip esporta tessuti, generi alimentari e prodotti agricoli e ittici, importando dall’estero tutti gli apparati tecnologici. Militarmente la Strip conta oggi essenzialmente sulle Brigate “Ezzedim al Qassam” (20.000 uomini) armate con razzi e missili Qassam 1, 2 e 3, M 73, S 55, R 160, Kaibar M e B, A 120 e SH 85, alcuni dei quali di fabbricazione sovietica.

Complessa è la storia della Strip. Abitata da popoli egizi dal 1500 a.C., venne occupata nel 1200 a.C. dai Filistei del re Abimelek (che diedero il nome di “Palasthu” – da cui derivò nel tempo “Palestina”- a tutta la regione che comprendeva la Strip) che , con Ascalona, Ekron, Ashdod e Gat diede origine alla “Pentapoli” filistea. Nel 320 a.C. Alessandro Magno invase la Palestina nerl corso delle sue guerre con l’Impero persiano e ne fece una provincia macedone. La Palestina (con la Strip) rimase tale per quindici anni allorchè venne occupata dai Seleucidi del Satrapo di Babilonia Seleuco Primo che vi restarono sino al 54 d.C. In quell’anno vennero sconfitti e cacciati dai romani di Pompeo che occuparono la zona sino al 635 d.C. quando ne furono espulsi dai Califfi musulmani di Rashidun.

La Prima Crociata di Goffredo di Buglione (1099) sconfisse i Rashidun e istituì nel territorio il “Regno di Gerusalemme” che terminò a sua volta nei 1291 con la caduta di Acri ad opera degli arabi mamelucchi che costituirono con Othman l’Impero ottomano nel 1299. Questo durò sette secoli sino al 1922 alla fine della Prima Guerra mondiale. Durante questo conflitto, l’Impero ottomano si era schierato, nel 1915, a fianco delle Forze alleate degli Imperi centrali (Germania e Austria- Ungheria) contro quelle dell’Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) e ne venne sconfitto.

A seguito di quanto previsto nei successivi accordi di pace (Versailles maggio 1919, Sèvres agosto 1920 e soprattutto Losanna luglio 1923) il territorio dell’Impero ottomano venne spartito tra gli Alleati vincitori e la Palestina (con la Strip) fu assegnata, come “mandato”, alla Gran Bretagna. Questo mandato prevedeva, fra l’altro, l’impegno della potenza mandataria di favorire l’autonomia dei territori palestinesi. Nel 1917, il Governo britannico, tramite il suo Primo Ministro Lord Arthur Balfour si era già dichiarato disposto alla creazione di una “dimora nazionale” per il popolo ebraico nella Palestina. Da quel momento era iniziata in Palestina una imponente migrazione di ebrei che a loro volta richiedevano la nascita, in quello stesso territorio, di uno stato ebraico indipendente (teoria sionista).

Ebbero inizio subito combattimenti fra gli arabi stanziali in Palestina e gli ebrei che giungevano dall’Europa, dall’Oriente e dall’Africa. Il flusso di ebrei in Palestina aumentò durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale (1939/1945) con incremento degli scontri fra questi e la popolazione araba. Questa situazione indusse l’O.N.U. a intervenire con una delle sue prime Risoluzioni (la 181/1947) con la quale impose la cessazione di quelle ostilità e la formazione, nella Palestina, di due Stati, uno ebraico e uno arabo palestinese, quest’ultimo peraltro, senza continuità territoriale ( formato da Cisgiordania e Strip di Gaza).

Gli israeliani accettarono la decisione O.N.U. e il 15/5/1948 (in contemporanea con la partenza dalla Palestina dell’ultimo contingente mandatario britannico) il capo ebraico Ben Gurion proclamò la nascita dello Stato di Israele in un territorio che comprendeva anche la Strip.  Questa mossa irritò gli arabi che non avevano accettato la decisione O.N.U. e diedero inizio, il 15/5/1948, alla Prima guerra arabo/israeliana apertamente combattuta. Al termine di questa (luglio 1949) con la vittoria delle sue Idf / Israeli Defence forces), Israele occupò tutto il territorio asseggnatogli. Nell’ottobre 1956 il Presidente egiziano Gamal Abdel Nasser vietò il transito delle navi dirette a Israele attraverso il Golfo di Aden bloccando gli Stretti di Tiran.

Scoppiò conseguentemente la Seconda guerra arabo/israeliana che si concluse nel novembre successivo con un intervento dell’O.N.U. che impose il cessate il fuoco senza modificazioni territoriali.  Nel 1959 il capo palestinese Yasser Arafat fondò in Kuwait “Al Fatah” ( “la Giovane” ) , movimento militarizzato per la liberazione della Palestina. Successivamente, il 28/5/1964, lo stesso Arafat formò a Gerusalemme l’O.L.P. (Organizzazione per la liberazione della Palestina) movimento politico di cui fu nominato Presidente, aggregandovi “Al Fatah”. Il suo scopo era quello di riprendere i territori arabi che erano stati occupati da Israele nel 1948 e, nel 1965, diede inizio alla lotta dei “Feddayyn” (“coloro che si sacrificano”) contro l’esercito israeliano (“Tsahal” Tzva Hahagana Le Ysrael).  La Terza guerra arabo/israeliana ebbe inizio il 5/6/1967 (“Guerra dei sei giorni”) al cui termine (10/6) le Idf – nuovamente vittoriose – occuparono anche la Strip e la Cisgiordania.    Una Quarta guerra (“Guerra del Kippur”) scoppiò il 6/10/1973 e terminò dopo sedici giorni, il 22/10, con la travagliata vittoria di Israele. La successiva Conferenza di Ginevra confermò i confini antecedenti al conflitto.    Il 19/12/ 1987 a Gaza, Abd Aziz al Rantisi fondò H.A.M.A.S. ( Harakat al-Muqawama al-Islamiyya), organizzazione politica paramilitare islamista integralista sunnita aderente alla fazione dei Fratelli Musulmani, con l’obbiettivo di liberare la Palestina dalla presenza ebraica e di fondare di uno Stato palestinese unico. Suo metodo di azione prevalente sarebbe stato il terrorismo.

Nel novembre 1988 il Presidente dell’O.L.P. Arafat proclamò ad Algeri l’indipendenza dello Stato di Palestina rivendicandone la sovranità sulla Cisgiordania e la Strip. In questi territori l’occupazione israeliana aveva causato una serie sempre più numerose e sanguinose (“Intifade”, rivolte, sollevamenti) che, nel 1993, portarono – con l’intervento degli Stati Uniti – ai fondamentali Accordi di Oslo. Questi vennero sottoscritti dal Primo Ministro israeliano Yitzak Rabin e dal Presidente dell’O.L.P. Yasser Arafat alla presenza del Presidente U.S.A. Bill Clinton in base ai quali Israele ritirò le sue truppe pressochè totalmente dalla Palestina e venne sancito il diritto dei palestinesi all’autogoverno su tale territorio. In quella stessa occasione Arafat istituì (1984), a fianco dell’O.L.P., l’A.N.P. (Autorità Nazionale Palestinese) organismo politico di rappresentanza della Palestina e ne fu nominato Presidente., restandone tale sino al 2004 (suo successore fu Abu Mazen). In quel momento, nello Stato palestinese erano presenti due fazioni, l’A.N.P. – che, con “Al Fatah”, era prevalente in Cisgiordania – e H.A.M.A.S. che prevaleva nella Strip, in conflitto fra di loro per il dominio su tutto lo Stato- Nel 1996 ebbero luogo le prime elezioni legislative in Palestina al cui termine risultò vittoriosa “Al Fatah”. Nelle successive del 2006 (dopo che Israele aveva effettuato un primo importante disimpegno delle Idf dalla Strip) risultò vincente H.A.M.A.S.

La rivalità delle due fazioni nel territorio si attenuarono nel gennaio 2013 a seguito di accordi che portarono al tacito reciproco riconoscimento della amministrazione civile della Cisgiordania all’ A.N.P. e di quella della Strip ad H.A.M.A.S. In quello stesso anno l’O.N.U., con la Risoluzione 67/19, approvò la proposta presentata dall’A.N.P. (unica rappresentante riconosciuta dall’Assemblea del territorio della Palestina) di adottare il nome di “Stato di Palestina” unitariamente per tutto il territorio della Cisgordania e della Strip. Dal 2005 H.A.M.A.S. aveva iniziato ad attaccare dalla Strip lo Stato ebraico, colpendo con razzi “Al Qassam” di fabbricazione propria, le città di Askelon, Sderot, Ashdod e persino Tel Aviv e con inflltrazioni di proprie milizie nel centro di Israele.

Questi rispose militarmente con le successive Operazioni “Piombo fuso” (dicembre 2008/ gennaio 2009), “Colonia di nuvole” (novembre 2012) e “Margine di protezione” (luglio 2014) nella Strip allo scopo di distruggere i centri missilistici dai quali partivano i razzi. Lo scontro successivo ebbe inizio il 7/10/2023 allorchè H.A.M.A.S. invase improvvisamente il sud di Israele a Rev’im uccidendo 1200 civili e catturando 130 ostaggi. Israele rispose con l’Operazione “Spada di ferro” invadendo per terra la Strip e bombardandola pesantemente dall’aria con danni gravissimi agli edifici e la morte di oltre 35.000 civili. Con un missile teleguidato le Idf uccisero anche Ismail Haniyek, numero due di H.A.M.A.S.

Nel sottosuolo della Strip le Idf scoprirono migliaia di cunicoli, rifugio per materiali, armi e munizioni del nemico. Vari tentativi di far cessare il fuoco tra i due contendenti furono esperiti successivamente dagli Stati Uniti (con il Segretario di Stato Antony Blinken) dal Qatar e dall’Egitto senza effetti positivi e la lotta tra Israele e H.A.M.A.S. è tuttora in corso nella Strip.    A fianco di questo conflitto si inserì, nell’ottobre 2010, l’organizzazione paramilitare libanese “Hezbollah” (“Partito di Dio”) al comando del suo Segretasio politico Hassan Nazrallah.

Il motivo di questo intervento era essenzialmente quello contingente di costringere Israele a distogliere parte delle sue truppe dal fronte della Strip per difendere il suo confine settentrionale, alleggerendo così la sua pressione su H.A.M.A.S. Il potenziale bellico di Hezbollah, sostenuto dall’Iran (150 carri armati, 160.000 missili – per lo più di costruzione sovietica- tipo Falah 1q e2, Shahin, Fair, Khaibar, Zibral, Katiusha) era al momento notevolmente superiore a quello di H.A.M.A.S. e competitivo con quello di Israele. La lotta fra il Libano e lo Stato ebraico era incominciata nel 2006 per controversie confinarie e si era protratta per ben 18 anni senza peraltro alcun risultato. L’offensiva del 2010 di Hezbollah cominciò col lancio di razzi sulle città di Naharia e Acco nell’ovest di Israele e sulle alture di Golan occupate ove venne colpita, fra l’altro, la città di Majdah Shams con la morte di 12 bambini.

Le Idf risposero distruggendo con razzi e missili le infrastrutture Hezbollah a Houla, Ramajek e Za’atara e bombardando con aerei la città di Tiro e la capitale libanese Beirut: nel corso di questo bombardamento vennero uccisi Fuad Shukr, numero due di Hezbollah e Mohammed Nasser, comandante di unità combattenti di Hezbollah. Nell’ agosto 2024 Israelexw, nella prospettiva di iniziare un attacco per terra a Hezbollah in Libano, iniziò ad ammassare truppe al confine libanese (e questa mossa era proprio quella che aveva auspicato Nazrallah senza peraltro valutarne le possibili conseguenze a suo danno). Attualmente anche in questa area si prospetta un aggravamento dell’attività bellica, con imprevedibili sviluppi (intervento di altri Paesi nel conflitto). Sempre più drammatica – e di difficile soluzione – appare quindi oggi la situazione complessiva nel Vicino Oriente.

Gustavo Ottolenghi

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