Tragitto verso lo Studio – tragitto dallo Studio.
Per anni coi mezzi pubblici.
Poi mi sono convertito alla bicicletta.
Infine, a piedi.
I turisti vengono da tutto il mondo per la passeggiata che a Milano dall’Arco della Pace attraversa il Parco Sempione, il Castello Sforzesco e poi fino a Piazza Duomo.
Posso farla anch’io per andare in Studio, appena pochi minuti più in là.
Nell’andare avanti e indietro nel corso degli anni avevo individuato tre musicisti di strada (i Buskers, appunto), che trovavo particolarmente bravi.
Voce e chitarra, come piace a me.
Come mi piacerebbe saper fare.
Mi piaceva fermarmi ad ascoltare, comprare qualche cd e scambiare quattro chiacchiere nelle loro pause.
Poi è arrivata la pandemia.
Poi ho organizzato diversamente il lavoro.
Poi il modo di lavorare è cambiato.
Ormai passo di là molto meno frequentemente.
Un annetto fa, cercando tra i miei cd una collezione di canzoni di Bob Dylan congegnata con l’amico Gino Fioravanti (noto maestro di yoga e notissimo musicista elettronico col nome d’arte di “Aglaia”), mi è capitato in mano un cd di Kaustiko.
Era uno dei tre bravi Buskers che mi piacevano.
Ravanando tra i miei tanti cd ne trovo altri due: uno di Soltanto, l’altro di Claudio Niniano.
Per la verità non li avevo mai ascoltati.
Li avevo comprati per sostegno, solidarietà e apprezzamento.
Infilo nel lettore quello di Kaustiko: rimango sorpreso dalla piacevolezza, dalla bravura e dalla ricchezza degli arrangiamenti anche con l’ausilio di basi elettroniche e non solo.
Di più: trattandosi di cover di canzoni che non conoscevo, sono andato a cercare le versioni originali e … sono più belle le cover!
Osservo il cd: c’è un numero di telefono.
Che cosa faccio quindi?
(A questo punto gli amici a cui ho raccontato il fatto hanno iniziato a scuotere la testa sorridendo…)
Ovviamente ho telefonato.
Ovviamente.
Mi risponde una voce gentile e sento una risata quando mi complimento per il bel cd.
“Lei è molto gentile, ma son passati parecchi anni e ho cambiato vita …”.
Ho un dubbio, non riesco a ricollegare il nome d’arte al viso.
Ricordo, però, la chitarra utilizzata da ciascuno e quindi chiedo: “Ma Lei suonava la Gibson J200 o la Martin D28 o la …?”.
“Martin D28!”, mi sento rispondere.
Poi una pausa.
E … “Avvocato con barba?”.
Questa volta sono io a scoppiare a ridere: “Certo!”.
Il tono della conversazione diventa subito amichevole.
“Mi ricordo perfettamente. Lei passava il mattino quando montavo la strumentazione (…) Mi ricordo che chiacchieravamo, Lei stava ricominciando a suonare la chitarra”.
Eh, già: le mie varie fasi con le chitarre…
Mi racconta del suo progetto attuale intitolato “Il cavallo di Torino”.
Beh, qui la conversazione si fa scoppiettante: il richiamo all’episodio della vita di Nietzsche è chiarissimo.
E d’altronde, su quel crinale mi sono avventurato insieme a Marino Bronzino con il Docufilm: “Portami su quello che canta. Storia di un libro guerriero” (cfr., tra gli altri, Il libro guerriero e lo psichiatra combattivo; L’Ordine dei Giornalisti ricorda Alberto Papuzzi, Maestro di professione e autore del Libro Guerriero).
Per farla breve … poco tempo dopo ci siamo visti per un caffè.
E poi una sera a cena… e lì mi ha presentato il Dottornutrizionista Marco Bernardone (cfr. Al supermercato col nutrizionista e il gusto delle cose), figlio del batterista del gruppo che avevano da ragazzi, quando suonavano a Marsala.
E poi ancora a cena, e poi ancora e ancora…
Mi ha parlato di altri Buskers e ci siamo ripromessi di contattarli e di farne qualcosa, che cosa non si sa.
Ma qualcosa verrà fuori.
Mi piace pensare che questi incontri casuali non siano poi così casuali…
Ci dev’essere un filo rosso che lega un modo di guardare quando siamo in giro; un modo di entrare in contatto con le persone, per cui due chiacchiere diventano presto una relazione, un’amicizia.
Un filo rosso in questo mondo ammorbato da relazioni solo virtuali.
Ci deve essere un “filo rosso” che unisce le amicizie nate così.
Già pregusto di propiziare l’incontro tra il Dottornutrizionista Marco Bernardone e il Biologo, Enologo (e molto ancora, e molto di più), inventore della più piccola DOC esistente (Loazzolo DOC), Giancarlo Scaglione (cfr. Una gomma squarciata e un’occasione fortunata; Vigne antiche ed orchidee fiorite: Pian dei Sogni).
Separati da più di cinquant’anni di età, ma, sono certo, in entusiastica sintonia.
E mi piace immaginarci tutti e quattro che ce la raccontiamo attorno a un tavolo de “La Piazzetta”, su a Valdivilla, sopra Santo Stefano Belbo (cfr. Un approdo sicuro a La Piazzetta).
Letteratura e Resistenza.
Su per le colline, paese per paese.
Dall’Alba di Fenoglio alle notti di Pavese.
Claudio Zucchellini