La decisione di Emmanuel Macron di indire elezioni anticipate a pochi minuti dall’umiliazione subita dalla sua lista di riferimento, Besoin d’Europe, più che doppiata alle europee dal Rassemblement National (31% contro 14%), non ha sorpreso tutti. La popolarità di Monsieur le Président era in calo vertiginoso e i macronisti in Parlamento disponevano di una maggioranza zoppicante. Le elezioni del 30 giugno (con i ballottaggi del 7 luglio) rappresentano comunque un appuntamento cui guarda tutta Europa.
Come sempre, mi astengo da qualsiasi commento politico. Preferisco sottolineare con rammarico la scarsa attendibilità di parte della stampa italiana nel trattare un avvenimento così rilevante. Esempio lampante è l’articolo di Fanpage.it, “Chi vincerà le elezioni in Francia secondo i sondaggi politici”, pubblicato ieri, 19 giugno. Apparentemente si tratta di un testo approfondito e ben documentato. Peccato che, Fanpage.it, scriva: “Per le elezioni legislative il territorio nazionale viene diviso in 577 collegi uninominali: in ciascun collegio vince un solo candidato, quello che ottiene almeno il 50% dei voti se nessuno supera questa soglia al primo turno, i due più votati vanno al ballottaggio, che si terrà il 7 luglio”.
Il che non è assolutamente vero. Al secondo turno (se al primo nessuno ha avuto la maggioranza assoluta) non vanno i due candidati più votati, bensì quelli che hanno raccolto voti pari al 12,5% degli aventi diritto. Il che si traduce, ipotizzando un’affluenza sul 60%, a circa il 20% dei voti. Non è assolutamente un cavillo tecnico. Al contrario è una questione sostanziale per le previsioni elettorali. Se, come accade per le presidenziali, andassero al ballottaggio solo i primi due, allora, come è successo alle ultime due elezioni, che hanno visto Macron opposto a Marine Le Pen, scatterebbe secondo molti analisti, la pregiudiziale anti RN.
In pratica, gli elettori dei candidati bocciati al primo turno, turandosi il naso, voterebbero qualsiasi candidato si trovasse ad affrontare il Rassemblement. E il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, pur avendo la maggioranza relativa, eleggerebbe in proporzione molto meno candidati.
Invece in diversi collegi a superare la fatidica soglia del 12,5% degli aventi diritto potrebbero essere in tre: il candidato di RN, quello del Nuovo Fronte Popolare e quello macronista. Tutte le argomentazioni e le previsioni basate su sfide a due cadrebbero. Il Rassemblement verosimilmente, nei collegi in cui si presentassero al ballottaggio tre candidati, avrebbe molte più chance di ottenere la maggioranza relativa ed eleggere quindi il proprio candidato.
Morale: va bene che nel giornalismo italiano gli “esteri” sono sempre stati una sezione poco seguita. Però pubblicare pagine e pagine basate su presupposti sbagliati, mentre sarebbe stato sufficiente informarsi su Wikipedia, è francamente desolante…
Milo Goj