Come i lettori hanno probabilmente notato, da qualche tempo L’Incontro ospita, anche nelle sezioni principali della testata, articoli di ampio respiro sulla politica internazionale. Non si tratta di un cambio di posizionamento. Il nostro core business sono sempre le questioni legate ai diritti/doveri e alle varie declinazioni della sostenibilità e, più specificamente della responsabilità sociale e della sua evoluzione in Esg (Environment social governance).

Tuttavia la drammaticità del momento, le tensioni internazionali che sfociano in conflitti e terrorismo, i grandi appuntamenti come le prossime elezioni europee e soprattutto americane, che potrebbero sparigliare le carte, non possono essere ignorate. Se in questa fase terribile la definizione del “palinsesto” è soggetta a qualche inevitabile aggiustamento, il dna de L’Incontro, che ospita tutte le opinioni per creare un confronto costruttivo, resta immutato.

A questo proposito, alcuni lettori ci hanno fatto un appunto, affermando che il punto di vista della maggior parte degli articoli pubblicati è quello del cosiddetto blocco occidentale (inteso in senso non geografico, visto che comprende anche Paesi come Giappone e Australia, ma che corrisponde più o meno agli Stati Uniti e ai loro alleati). Ad esempio, l’articolo di Euro “La nuova mappa del terrorismo internazionale”, è, dal mio punto di vista, completo, dettagliato e ben documentato.

Si presta però a essere imputato di “Occidente-centrismo”. Neologismo che forse è un ossimoro, ma che fa capire come al centro del Mondo venga posto il modello occidentale. Qualcuno arriva a parlare di neocolonialismo culturale. Si dà per scontato che Hamas sia un’organizzazione terroristica, mentre come spiega Gustavo Ottolenghi nell’articolo, appena pubblicato, “Conflitti, tregue, accordi e trattati tra arabi e israeliani, 1918-2024”, lo è solo per la nostra metà del mondo.

L’altra metà, così come le Nazioni Unite, non la includono tra i terroristi. Ancora meno assodata nel consesso internazionale è la collocazione di Hezbollah tra le organizzazioni terroristiche. Tra i nostri lettori, poi c’è chi ricorda che a combattere sul campo lo Stato islamico (o Isis o Daesh), in prima fila c’erano, gli Hezbollah, nel blocco che comprendeva le truppe fedeli ad Assad, Iran e, Russia.

Ribadisco, come sempre, che non prendo posizione, né la esprimo, ma riporto più pareri. Infine, non mancano i “relativisti”, che ricordano come la definizione di terrorista dipenda da punti di vista e cambi con il tempo.

L’Anc del grande Nelson Mandela, negli anni 80, al crepuscolo del “Sudafrica bianco”, veniva definita pubblicamente terrorista dal Premier della più antica democrazia del mondo, Margaret Thatcher. Mentre il Presidente della più grande democrazia del mondo, Ronald Reagan, usava un linguaggio più prudente, ma in sostanza era vicino alla posizione di Iron Lady.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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