Come un drago verde che esce da un tombino. Ogni tanto si ha come l’idea che tra gli uomini in divisa ci sia una certa voglia di “menare le mani”. O meglio, andare di manganelli. Dopo i recentissimi fatti ho subito comprato il quotidiano Libero che titolava: “La verità sulle manganellate… Prima della carica della Forze dell’Ordine i manifestanti (incappucciati) hanno insultato e preso a calci gli agenti”. Lo rivelerebbe un video, che viene in qualche modo descritto.

Ho cercato online tutti i video disponibili e ho trovato quello a cui si riferisce Libero. Non ho visto quello che il giornale descrive, se non il fatto che alcuni ragazzi avessero il cappuccio delle felpe sulla testa. Diciamolo. La prima cosa che mi è venuta in mente è: “Non ci sono più i Servizi d’Ordine di una volta”. Eh, sì, perché quando io ero studente negli anni ’70 i cortei fronteggiavano la Polizia e la punta di diamante era costituita dai Servizi d’Ordine. Chi praticava la “materia” (sorrido…) indicava come molto efficienti quello del Movimento Studentesco (poi divenuto Movimento dei Lavoratori per il Socialismo) e di Lotta Continua.

Meno efficiente quello di Avanguardia Operaia, a volte additato nell’ambiente come responsabile di un lancio corto di sampietrini che finiva per diventare una specie di “fuoco amico” sugli altri Servizi d’Ordine”. Poi è arrivato il momento di quelli aggressivi e velleitari della magmatica area di Autonomia Operaia. Poi sono accaduti i fatti di via De Amicis, la famosa foto del ragazzo incappucciato in mezzo alla strada che spara e uccide il poliziotto Antonio Custrà. Poi i “cortei armati”.

E così con la primavera del 1977 – solo allora – sono iniziati gli Anni di Piombo. Mi sono sempre tenuto alla larga dal rischio dei tafferugli. La mia mamma me l’ha sempre raccomandato (sorrido…). In questi giorni qua e là si sono evocati i fatti del G8 di Genova. Personalmente credo che, quando Luca Casarini lanciò la scellerata parola d’ordine “Porteremo la guerra a Genova”, qualcuno aspettasse solo quello per regolare con la piazza i conti di qualche decennio prima. Così, dopo aver lasciato campo libero ai Black Block che avevano messo a ferro e fuoco la Città, la Polizia pensò bene di andare a riempire di botte i pacifici manifestanti che dormivano nella Scuola Diaz.

Non contenta, ci fu anche quello “splendido passaggio” dei fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto. Avevo letto la sentenza di primo grado: fatti agghiaccianti. Era emerso, se non sbaglio, che il Vicepremier Gianfranco Fini fosse nella sala operativa della Questura ad assistere al comando delle operazioni. Alcuni dei Funzionari avevano poi fatto carriera. Ricordo quel video al telegiornale: Funzionario della Digos in borghese di cui non dimentico il cognome, che a sangue freddo sferrò un calcio in faccia a un ragazzo seduto per terra.

Temo possa essere una questione di clima. Di briglie lunghe o di briglie corte Certo, qui si tratta solo “di qualche manganellata” a studenti di liceo pacifici e disarmati. L’abbiamo o non l’abbiamo detto tante volte ai ragazzi che “democrazia è partecipazione”? Eccoci serviti. Eccoli serviti. Però pensiamoci: in fondo nella rigida gerarchia la regola presupposta è “Forti con i deboli e deboli con i forti”. Non vorrei che questa fosse la chiave di lettura à la page dei concetti di “disciplina e onore” dell’art. 54 della Costituzione.

Claudio Zucchellini

Claudio Zucchellini

Avvocato, Consigliere della Camera Civile di Monza, attivo in iniziative formative per Avvocati, Università, Scuole e Società Civile.

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