L’ I.S.I.S. “Islamic State of Iraq and Syria” (il cui acronimo arabo è “Daesh”) è una organizzazione terrorista fondamentalista islamica sunnita salafita , di stampo estremista hjiadista (Hjiad, guerra santa contro l’Occidente). Fondata il 29/6/2014 a Mosul (Iraq) da Abu Musal al Zarkawi capo dell’I.S.I. (Stato Islamico dell’Iraq) e da Abu Bakr al Baghdadi studioso e predicatore dell’Islam. Quest’ultimo era succeduto come Califfo (“vicario di Maometto”) all’emiro Ayman al Zawakiri che a sua volta era stato il successore, nel 2011, di Osama bin Laden fondatore , nel 1988, di “Al Qeida”(movimento paramilitare terroristico islamista). Deceduto al Baghdadi nel 2019 si succedette alla guida dell’I.S.I.S. una serie di quattro Califfi della stirpe Qurashi ( cui era appartenuto Maometto) tre dei quali furono uccisi da raid aerei statunitensi. Attualmente Califfo dell’I.S.I.S. è l’iracheno Amir Mohammed Abdul Rahman al Mawli al Salbi (alias Abu Ibrahim al Hashimi al Qurashi). La sua capitale è la città di Raqqa in Siria. Quest’ultimo Califfo, nel giro di pochi anni, riuscì a allestirvi una amministrazione statale efficiente, un ordinamento di polizia interna e sistemi di assistenza sanitaria, scolastica e sussidiaria per la popolazione.
Obiettivo: creare un grande Stato islamico ‘puro’
L’obbiettivo dell’I.S.I.S. è la nascita di un grande Stato islamico “puro” e propugna l‘interpretazione autentica e l’applicazione rigorosa della legge islamica (“Shari’a”) e la lotta contro gli “infedeli”. A questo scopo ha messo in atto, nel decennio 2014/2023, una serie impressionante di attentati, esecuzioni di massa, distruzione di luoghi di culto e di patrimoni dell’umanità in tutto il mondo (Libia, Algeria, Siria, Yemen, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Turchia, Arabia Saudita, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh e persino negli Stati Uniti e in Australia). In Europa drammatici furono quelli operati nelle città di Tolosa (19/3/2012), Copenhagen (11/2/ 2015), Nizza (14/7/2016), Rouen (26/7/2016), Berlino (19/12/2016), Stoccolma (7/4/2017), Manchester 822/5/2017), Barcellona (18/8/2017), Turku (18/8/2017), Trebes (23/3/2018), Strasburgo (12/12/2018),Liegi (29/5/2018) e soprattutto Bruxelles (24/5/2014 e 22/3/ 2016), Parigi (7/1/2015, 13/11/2015, 20/4/2017 e 15/5/2018) e Londra (7/7/2005 , 22/5/2013, 22/3/ 2017, 3/6/2017, 19/6/2017, 14/8/2018) e 29/11/2019).
Deliberatamente sottotraccia dal 2021
Dal 2014 gruppi paramilitari affiliati all’I.S.I.S. (“wilayat”) sono sorti in molti altri Paesi (fra cui Afghanistan, Egitto, Pakistan, Tagikistan, Indonesia, Turchia, Yemen e Libia) e li affiancano nelle loro azioni. Nel timore di una sempre maggiore espansione dell’I.S.I.S. un gruppo di Paesi occidentali (Francia, Regno Unito, Australia) con il supporto di Italia, Spagna, Portogallo, Giordania e Marocco e di contingenti statunitensi mosse guerra ai “wilayat” islamici (2017) sconfiggendoli nella battaglia di Baghouz (sud est siriano)e ponendo fine alle loro carneficine. Attualmente l’I.S.I.S. è ridotta, dal 2021, nella Siria settentrionale e non svolge più alcuna influenza determinante nelle vicende politiche medio-orientali.
L’O.L.P. di Yasser Arafat e i suoi tanti amici occidentali
L’O.L.P. , Organizzazione per la liberazione della Palestina, è stata fondata nel giugno 1964 a Gerusalemme dai rappresentanti della Lega araba ivi riuniti. E’ questa un organismo politico comprendente esponenti di Iraq, Libano, Siria e Yemen del nord sorto nel 1945 ( mentre era ancora in corso la Seconda guerra mondiale) allo scopo di unire le attività politiche ed economiche dei Paesi arabi aderenti. Fondatore dell’O.L.P. fu l’avvocato libanese Ahmad Shuqayri che ne divenne il primo Presidente. Alla sua morte ( 1967) gli succedette Yahya Hammuda e quindi (1969) Yasser Arafat sino al 2004 anno della sua morte. A capo dell’O.L.P. fu nominato allora Mahmud Abbas (alias Abu Mazen) tuttora in carica. Prima sede dell’Organizzazione fu la città di Irbid in Giordania, cui seguì la sua cacciata ad opera del re Hussein nel 1970 (“Settembre nero”) messa in atto contro i profughi palestinesi che avevano invaso il suo paese a seguito della sconfitta nella “Guerra dei sei giorni “ persa con Israele (1967). Sedi successive furono Damasco in Siria (1970/1975) , Beirut in Libano (1975/1982), Tunisi in Tunisia (1982/1993) e infine Ramallah in Cisgiordania ( 1993 / tuttora). Nel corso di anni successivi confluirono nell’O.L.P. il F.L.P. (Fronte per la Liberazione della Palestina), il F.D.L.P. (Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina), il F.P.L.P. (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) e il F.P. L. (Fronte Popolare di Lotta).
La più ricca organizzazione terroristica riconosciuta dall’O.N.U. nel 1974
In breve tempo, l’ O.L.P. divenne la più ricca fra tutte le organizzazioni terroristiche del Medio Oriente raggiungendo la disponibilità di oltre 10 miliardi di dollari a seguito di traffico di armi e stupefacenti e con il riciclaggio di denaro. Dal 1967 ne fa parte anche “Al Fatah”(la Giovane) organismo politico militare antisionista e antisraeliano che ne costituisce il braccio armato. Nel marzo 1974 l’O.L.P. venne riconosciuta dall’O.N.U. come unica legittima rappresentante del Popolo palestinese e a novembre ne fu ammessa come Osservatore interno permanente. Il 15 novembre 1988 Arafat in qualità di Presidente dell’O.L.P. proclamò ad Algeri l’indipendenza della Palestina ( che venne poi trasformata in Stato nel gennaio 2013). L’O.L.P. assunse notevole importanza quando, nel 1993, il suo capo Arafat a capo della delegazione araba nei colloqui di Oslo , approvò con il Presidente israeliano Ytzak Rabin, la costituzione di due Stati (arabo e ebraico). In quell’occasione Arafat fondò l’ A.N.P. ( Autorità Nazionale Palestinese, di cui lo stesso Arafat fu nominato primo Presidente) con il compito di governare amministrativamente la Palestina. L’avvento dell’A.N.P. ridimensionò alquanto il peso politico dell’O.L.P. che perdette il ruolo di rappresentante del popolo palestinese all’O.N.U. a favore dell’ A.N.P. nel 2013. Sopravvisse sino al 2017 il suo braccio armato “Al Fatah”come forza d’ordine in Cisgiordania e Striscia di Gaza che scomparve praticamente anch’esso allorchè venne sconfitto nella “Battaglia di Gaza” dall’altra organizzazione palestinese “Hamas”.
L’Autorità Nazionale Palestinese è l’organismo politico di autogoverno della Palestina
L’ A.N.P. , Autorità Nazionale Palestinese, è l’ organismo politico di autogoverno della Palestina. Fu fondata nel 1994 da Yasser Arafat, istituita come filiale successiva dell’O.L.P. a seguito degli accordi di Oslo (1993) avvenuti tra lo stesso Arafat in rappresentanza dell’O.L.P. e il Presidente di Israele Ytzak Rabin. Compito dell’A.N.P. era la amministrazione civile dei territori della Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza) che, in base all’Accordo, dovevano essere restituiti all’O.L.P. da Israele che li aveva occupati durante la “Guerra dei sei giorni” (1967). L’attività dell’A.N.P. su tali territori era stata definita esclusivamente al mantenimento della loro sicurezza interna, da effettuarsi tramite forze di polizia urbana. Le erano precluse decisioni politiche e la disponibilità di una qualsiasi forza militare (esercito). In merito a casi di necessità di sicurezza esterna, essa era demandata all’I.D.F. (Forze di Difesa di Israele). All’A.N.P. venne riconosciuta la possibilità di dotarsi di organismi legislativi e giudiziari propri. Nel 1998 l’A.N.P. costituì un Consiglio Legislativo con sede a Ramallah (Cisgiordania) e con Yasser Arafat come suo primo Presidente eletto a suffragio universale in Palestina. Alla sua morte (2004) seguirono come Presidenti dell’ A. N.P. Rawhi Fattuh per un solo anno e quindi Mahamoud Abbas (Abu Mazen) tuttora in carica. Nel 2013 il Consiglio Legislativo nominò Primo Ministro Rami Hamdallah che fece assumere all’A.N.P. il nome ufficiale di Stato di Palestina. Esso venne riconosciuto dall’O.N.U. con la risoluzione 67/19/2013 dell’Assemblea e nello stesso anno questa lo accolse come Osservatore non membro.
L’A.N.P. è membro effettivo dell’U.N.E.S.C.O
Sempre nel 2013 l’A.N.P. venne ammessa come Membro effettivo nell’U.N.E.S.C.O. e ottenne un seggio permanente presso la Organizzazione della Cooperazione islamica (O.I.C.) a Gedda (Arabia Saudita). A Hamdallah succedette (2019) Mohammed Shtayyeh che suddivise lo Stato di Palestina in Governatorati amministrativi autonomi di cui 11 in Cisgiordania e 5 nella Striscia di Gaza. Frattanto dalla morte di Arafat nello Stato avevano avuto inizio scontri armati tra le due Organizzazioni “Hamas” e “Al Fatah” (braccio armato dell’O.L.P.) per il controllo dello Stato palestinese. Essi si conclusero nel giugno 2007 a seguito della “Battaglia di Gaza” che vide prevalere la fazione “ Hamas”. A seguito di tale vittoria l’importanza politica dell’A.N.P. risultò ridimensionata nella complessa situazione geopolitica locale anche se la rappresentanza ufficiale dello Stato di Palestina presso l’O.N.U. rimase al suo Presidente Mahamoud Abbas.
AL FATAH da movimento di liberazione a organizzazione antisionista
Al FATAH (“la Giovane” , Movimento giovanile di liberazione della Palestina) è una organizzazione sunnita politica e paramilitare antisionista della resistenza palestinese a Israele, divenuta forza militare di autogoverno dell’ O.L.P. in Palestina. Fondata nel 1957 a Salmiya in Kuwait da esuli palestinesi sotto la guida di Yasser Arafat, di Salah Mesbah Khalaf (alias Abu Lyed) e della guida morale Faruq al Qaddumi , pose la sua sede a Ramallah in Giordania. Nel 1965 iniziarono operazioni di guerriglia contro Israele e nel 1967, dopo la sconfitta araba nella “Guerra dei sei giorni”, fu accolta nell’O.L.P. come suo braccio combattente. Al Fatah venne impegnata vittoriosamente nella battaglia di Karamek in Giordania (1968) respingendovi le truppe israeliane di invasione. Nel mese di settembre 1970 (“Settembre nero”) il Re di Giordania decise l’allontanamento dal suo Paese di tutte le milizie palestinesi che vi si trovavano, per cui l’O.L.P., Al Fatah e il Presidente Arafat migrarono in Siria e successivamente nel Libano. Al Fatah tornò in Cisgiordania a Ramallah nel 1993 a seguito degli Accordi di Oslo tra O.L.P. e Israele nel contesto dei quali Arafat diede origine alla Autorità Nazionale Palestinese (A.N.P.) organismo deputato alla amministrazione civile dei territori della Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza). Nel 1995 Arafat istituì in seno all’O.L.P. una forza combattente speciale, il “Tanzim” che intervenne in diverse occasioni della Seconda Intifada (2000/2005) e effettuò una serie di attentati anche suicidi contro Israele. Alla morte di Arafat (2004) subentrò al comando di Al Fatah e dell’ A.N.P. Mahammoud Abbas (Abu Mazen)
Hamas e la Striscia di Gaza
Da quel momento ebbe inizio una lotta intestina per il potere sulla Palestina tra Al Fatah e l’altra organizzazione palestinese Hamas. Il conflitto interno fra di loro durò sino al 2006 allorchè, a seguito di elezioni effettuate nello Stato palestinese, prevalse Hamas che assunse il governo della Striscia di Gaza. La discordia fra le due fazioni si protrasse tuttavia sino alla decisiva “Battaglia di Gaza” dell’anno successivo fra di loro che terminò con la completa vittoria di Hamas e il suo totale controllo sullo Stato palestinese. Il 10 marzo 2010 Al Fatah venne ammesso in rappresentanza dello Stato di Palestina come Membro consultivo dell’Internazionale Socialista di Francoforte e come Osservatore nel Partito Socialista Europeo. Gli scontri con Hamas durarono tuttavia, sia pur saltuariamente, sino al 2011 quando un accordo di pacificazione fra le due fazioni venne firmato fra di loro con la mediazione dell’Egitto. Ma neppure questo servì a istaurare una pace definitiva fra Al Fatah e Hamas. Gli scontri si ridussero solo nel 2014 allorchè il Presidente Mahammoud Abbas promise di indire nuove elezioni in Palestina per formalizzare definitivamente i rapporti fra le due fazioni: ma la promessa non è stata sinora onorata e tali elezioni sono state rimandate sine die. L’importanza di Al Fatah nello scacchiere medio-orientale è andata sempre più diminuendo a favore di Hamas quando la leadership del Presidente Abbas è stata messa sotto accusa di malversazioni dal suo Capo della sicurezza Jibril Rajoub (2021). Tuttavia Abbas rimane tuttora come unico Presidente dello Stato palestinese nei rapporti internazionali.
Gustavo Ottolenghi