Negli ultimi editoriali sto dando spazio ai contributi dei lettori, che intervengono sui temi trattati nella nostra testata. Tra questi, non poteva mancare il caso del Generale Vannacci, cui, insieme a Riccardo Rossotto abbiamo dedicato due articoli, con taglio diverso, ma che si interrogavano entrambi sulla libertà di opinione e di espressione. Intanto l’opera dell’alto ufficiale “Il mondo al contrario” si è rivelata il best seller dell’estate con circa 100 mila copie vendute a oggi, corrispondenti a un fatturato vicino a 2 milioni di euro.
Numeri destinati a crescere, secondo la società di ricerche GFK, sino a sfiorare quota 150 mila. Dati sbalorditivi per il mercato italiano che, personalmente, mi confortano perché significa che se si realizza un prodotto capace di intercettare il pubblico, contrariamente a quanto si pensava, un libro cartaceo può ancora recitare un ruolo da protagonista. Ma non è tutto: il generale avrebbe venduto i diritti all’estero e “Il mondo al contrario” starebbe per essere tradotto in diverse lingue. Il che non accade frequentemente per un libro italiano. Tra i vari interventi dei lettori, presentiamo un’ampia sintesi quello di Dyvia Kirti, che ci ha autorizzato alla pubblicazione e che ringraziamo. La signora Kirti è rimasta anche colpita dal modo con cui il generale affronta dibattiti televisivi, cui non è abituato. Personalmente il fatto che Roberto Vannacci non si scomponga e resti di solito indifferente alle “cagnare” che spesso si scatenano nei talk show non mi sorprende.
Quando, a fine carriera, il grande e compianto Sinisa Mihajlovic si trasferì all’Inter, alcuni giornalisti gli chiesero se temesse l’ambiente nerazzurro, che notoriamente è molto stressante e sottopone a forti pressioni i giocatori. Il campione serbo rispose: “Ho combattuto le guerre balcaniche, figuriamoci se mi preoccupa lo spogliatoio dell’Inter”. Più o meno accade lo stesso per il Generale. A un alto ufficiale che si è trovato più volte con i propri soldati in prima linea sotto il fuoco nemico, il clima isterico, le urla dei “pollai” televisivi non colpiscono più che tanto.
Il commento della lettrice de L’Incontro
“Stasera (ndr, 10 settembre), ho ascoltato e visto l’intervista al Generale Vannacci. L’ho trovata molto interessante e assai vivace con ospiti interlocutori di idee diverse. Intanto concordo con quanto L’Incontro ha scritto riguardo a questo caso. Mi riferisco alla auspicata censura del libro da parte di molti. Ma stiamo scherzando? L’editoria è piena di schifezze librarie ben peggiori di quanto è stato scritto da Vannacci. Poi siamo in democrazia, vogliamo ritornare al passato? Non siamo obbligati ad acquistarlo o leggerlo. Che poi alcune frasi, estrapolate dal contesto, siano un po’ infelici, beh! Posso essere d’accordo, tipo “gay di m…”, per esempio.
Io non l’ho letto, ho solo ascoltato commenti e finalmente stasera mi sono fatta un’opinione più chiara del personaggio Vannacci. Aggiungo un’altra mia modesta opinione: forse, dico forse, visto il suo prestigioso ed importante ruolo, poteva essere più prudente in certe sue espressioni. Stasera, a parer mio, ha chiarito molti punti. Si può essere o non essere d’accordo con lui ma credo, onestamente, che non sia stato del tutto compreso. Personalmente non l’ho trovato sgradevole né sprovveduto o volgare. Ha espresso i suoi punti di vista molto chiaramente e trovo che tutto questo clamore lo si poteva evitare. Ne ha beneficiato lui che ha venduto una marea di copie del suo libro.
Certo copriva un ruolo importante e delicato, il libro lo ha danneggiato. Ma non ha svelato alcun segreto militare, né ha vituperato l’esercito. Diciamo che li ha messi in po’ in imbarazzo. Tra un po’ non se ne parlerà più, a meno che non scenda in politica. Spero di no. Un soldato deve fare il soldato. O di qua o di là. Gli consiglio per il futuro, di essere più prudente, un po’ più rispettoso nei termini, questo sì, ma anche di riguadagnare il suo ruolo. Ha spiegato molto chiaramente alcuni punti chiarendo i concetti esposti in modo abbastanza convincente. Certamente non è uno stupido e sa esprimersi in modo consono almeno per quanto ho ascoltato stasera. Aggiungo, di mio, che sosterrò sempre la libertà di ognuno di essere ciò che sente di essere senza doversi nascondere. Poi, ovviamente ascolto tutti”.