Nei miei più recenti editoriali ho affrontato temi delicati e controversi, che riguardano i diritti individuali. Senza prendere posizione personale, ho invitato i lettori a esprimersi in particolare sulla cosiddetta “cultura transgender”. Di fronte a certi episodi estremi la domanda è: siamo di fronte a una evoluzione positiva, o stiamo precipitando in una spirale “tardo neroniana”, in un clima da “Satyricon” (il capolavoro attribuito a Petronio Arbitro)? L’ultimo episodio controverso risale ai giorni di Ferragosto, quando un importante membro delle istituzioni americane, l’Ammiraglio Rachel Levine, assistente segretario (in pratica, viceministro) del Dipartimento della salute, primo ufficiale a quattro stelle transgender della storia statunitense, ha invitato a sostituire la parola mamma con una serie di definizioni tra cui “Portatore di uova”.

Insomma, per non offendere il mondo Lgbt, per l’alto ufficiale, al posto di “la mamma è sempre la mamma” bisognerebbe dire “il portatore di uova è sempre il portatore di uova”. Nei miei editoriali, mi chiedevo anche perché una forma odiosa di discriminazione, come l’ageismo, non riscuotesse l’interesse dei media mainstream e non entrasse nei dibattito. Tanto che il recente invito di Beppe Grillo a togliere il diritto di voto agli ultra ottantenni (dichiarazione che a mio avviso avrebbero dovuto suscitare reazioni indignate superiori a quelle riservate a “Il mondo al contrario” del generale Vannacci), è caduto nell’indifferenza. Su quest’ultimo tema ci ha scritto una lettrice, Silvia Giuditta Bona, autorizzandoci a pubblicare il suo intervento. La ringraziamo e riportiamo integralmente qui di seguito il suo testo.

“Mi riferisco al suo editoriale del 22 luglio. Secondo Beppe Grillo bisognerebbe togliere il diritto di voto agli Ottantenni.  Suppongo che Grillo ritenga che a quell’età si perda lucidità e aderenza alla realtà e ai suoi dati: il che non è sempre vero. Inoltre, quanti con diritto di voto, nonostante più giovani, ne sono provvisti? Quanti disertano le urne e non si avvalgono del diritto (e qui direi “dovere”, ma siamo in una società che rivendica solo i propri diritti e non accetta il principio che il diritto nasce dal dovere) di voto?

Forse qualche lucido ottantenne va alle urne mentre il nipote è in vacanza, oppure, ritenendosi lucidamente ormai “ fuori dai giochi”, se ne sta a casa e lascia alla parte attiva (?) della popolazione il compito di scegliere. Sono stati fatti referendum su temi che pochi di noi conoscono e di cui sono informati eppure ciò non viene contestato o messo in discussione. Eleggiamo e paghiamo i politici perché consapevolmente si assumano l’onere della scelta e loro passano la palla a noi per lo più ignoranti. Piccola chiosa: trovare, compiuti i 70 anni, una compagnia d’assicurazione che mi desse copertura sanitaria per tre mesi negli USA è stata impresa titanica. Pressoché nessuna si assume il rischio. Me too?!”

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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