I timori dell’Unione Europea (U.E.) – e, in generale, di tutto il mondo occidentale – sono attualmente rivolti alla situazione di alcune Nazioni del Centro Europa e caucasiche – come la Georgia – che si sentono minacciate dalla politica messa in atto dalla Russia.

Dopo la Crimea nel 2014, Putin ha invaso l’Ucraina nel 2022

Dopo l’annessione della Crimea nel 2014, Putin ha invaso l’Ucraina nel 2022 e non nasconde le sue mire verso l’est europeo (Georgia, Transnistria, Moldavia) per frenare l’adesione di tali Nazioni all’U.E.. La Georgia potrebbe essere il primo obbiettivo del Cremlino con l’appoggio delle Repubbliche dell’Ossezia del sud e dell’Abkhazia dichiaratesi autonome dalla Georgia dal 1989. La Georgia è oggi uno Stato della Transcaucasia nell’ Asia occidentale, confinante a Nord e Nord-Est per 700 kilometri con la Russia, a Sud-Est con l’Azerbajgian, a Sud con l’Armenia, a Sud Ovest con la Turchia e a Ovest con il Mar Nero. Ha una area di 69.500 kilometri quadrati con una popolazione di 4.600.000 abitanti di cui l’ 80% è di religione ortodossa e il 10% musulmana.

Oleodotti e militari

La capitale è Tbilisi (1.473.000 abitanti) e le città principali sono Batumi (204.000) ,Kutaisi (150.000), Rustavi (116.000), Supsa (90.000) e Gori (50.000): quest’ultima è nota per aver dato i natali, nel dicembre 1878, a Josif Stalin. L’economia nazionale si basa essenzialmente sull’indotto e sui proventi derivanti dagli oleodotti Baku/Supsa, Baku/ Tbilisi/ Ceyan in Turchia e del gasdotto South Caucasus Pipeline Baku/ Tbilisi/ Erzurum in Turchia. Dal punto di vista militare la sua forza armata è formata, a terra, da 4 brigate di fanteria , 2 di artiglieria, 4 brigate corazzate dotate di 400 carri armati T 72 russi modificati, più altre 8 brigate di supporto. L’aereonautica dispone di 70 aerei di fabbricazione russa (Sukoi e Yak),di 60 elicotteri MI, e di circa 400 missili terra/aria per la difesa antiaerea. Ha anche una marina composta da una modesta flottiglia di mezzi leggeri per la difesa delle sue coste sul Mar Nero (Guardia costiera).

Una Repubblica semipresidenziale

Recentemente la Georgia ha ricevuto dalla Francia (2018) moderni sistemi radar e missili Mistral per la difesa aerea e dagli Stati Uniti (2020) batterie lanciamissili FGM 148 . Attualmente la Georgia è suddivisa in 9 Regioni più 3 Repubbliche dichiaratesi autonome (Ossezia del Sus, Abkhazia e Agiaria, di cui le più importanti sono le prime due) e una città a governo autonomo (la capitale Tbilisi). Ricordiamo che l’Abkhazia è un territorio affacciato a Sud-Ovest sul Mar Nero, a Est e a Est-Sud Est con la Georgia e a Nord con la Russia. Ha una superficie di 8.450 kilometri quadrati e 245. 000 abitanti con capitale Sukhumi. Attualmente si definisce una Repubblica semipresidenziale (non riconosciuta tale né dell’O.N.U. né internazionalmente da molte altre Nazioni ) con Aslan Bzania Presidente e Alexander Ankvab Primo ministro. L’Ossezia del sud ( denominata anche Stato di Alania) è un territorio del Caucaso settentrionale che confina a Nord con l’Ossezia del Nord ( Regione della Federazione Russa) e a sud con la Georgia ( regione Shida Karili). Misura 3.900 kilometri quadrati e ha una popolazione di 57.000 abitanti con capitale Tskhivali.

Abkhazia e Ossezia le regioni indipendenti

Anch’essa si definisce Repubblica semipresidenziale (parimenti non riconosciuta tale nè dall’O.N.U. nè internazionalmente da molte altre Nazioni)) con Alan Gagloev Presidente e Gennaij Bekoev primo Ministro. La Georgia è stata annessa all’Impero russo nel XIX secolo e, dopo la rivoluzione del 1917, fu occupata dall’Armata rossa e divenne parte dell’U.R.S.S. dal 1922 al 1936 come Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica. Divenne Repubblica Socialista Sovietica Georgiana federata con l’U.R.S.S. nel 1936 e tale rimase sino al 1991. Nel 1989 due delle 12 Regioni della Georgia, l’Abkhazia e l’Ossezia del sud, proclamarono la propria indipendenza “de facto” a seguito della Prima guerra civile russo/georgiana promossa da un movimento indipendentista filorusso sostenuto dall’ U.R.S.S., intervenuta in Georgia per tutelare la loro autodeterminazione. Questa indipendenza non venne riconosciuta dall’ O.N.U.( che mantenne tale posizioni sino ad oggi) né da numerose altre Nazioni.

Zviad Gamsakhurdia il presidente dell’Indipendenza

Dopo la dissoluzione dell’ U.R.S.S. (dicembre 1991) la Georgia proclamò subito la propria indipendenza come Repubblica di Georgia sotto la Presidenza di Zviad Gamsakhurdia con Besarion Gugushvili Primo ministro. L’anno successivo Eduard Shevardnadze, filosovietico e già Ministro degli Esteri dell’U.R.S.S., subentrò come Presidente della Repubblica di Georgia a Gamsakhurdia e, nel 1993, introdusse la Georgia nella Comunità degli Stati Indipendenti (C.S.I.) della Russia. Nell’ottobre 2003 il “Movimento Nazionale Unito” europeista, sotto la guida di Mikail Saakashvili, diede vita alla cosiddetta “Rivoluzione delle rose” che portò, in soli 5 giorni, alla pacifica conversione della politica estera governativa in senso filoccidentale. Le elezioni del gennaio 2004 portarono Saakashvili alla Presidenza della Repubblica al posto di Shevardnadze con Primo ministro Zurab Zhvania che aveva sostituito come Capo del Governo Avtandil Jorbenadze , settimo successore di Gugushvili. In tutto questo periodo l’ Abkhazia e l’Ossezia del sud mantennero lo status di Repubbliche semipresidenziali non riconosciute.

Le conseguenze della guerra del 2008

Il 7 agosto 2008 il Governo georgiano diede inizio alla Seconda guerra civile russo/georgiana nell’intento di ristabilire il suo controllo sulle due Regioni separate dell’Ossezia del sud e della Abkhazia. Anche questa guerra durò solo 5 giorni nel corso dei quali truppe russe che erano intervenute a difesa dell’indipendenza di quelle Regioni, sconfissero l’esercito georgiano e le occuparono. Dopo brevi trattative tra Russia e Georgia, quest’ultima accettò la indipendenza dei due territori continuando tuttavia a rivendicarne formalmente il possesso come parte dello Stato georgiano. Le truppe russe si ritirarono dalle due zone a fine agosto, lasciandovi peraltro modesti contingenti. Successivamente la Georgia ruppe le relazioni diplomatiche con la Russia e uscì dalla C.S.I.. Nelle elezioni del 2013 Georgj Margvelashvili venne eletto Presidente della Georgia in sostituzione di Saakashvili e Irakli Garibashvili fu nominato Primo ministro (dopo tre successori di Zhvania). Garibashvili , filoccidentale, aveva fondato, nel 2912, il Partito “Sogno georgiano” che sarebbe durato al Governo sino ai giorni nostri. Fu costretto alle dimissioni nel 2015 a causa di gravi difficoltà nell’economia del Paese e venne sostituito da Giorgij Kvirikashvili che fu parimenti costretto alle dimissioni, dopo due anni, per gli stessi motivi. Gli succedette Mamuka Bakhtadze cui subentrò, l’anno dopo,nel 2018, Giorgij Gakharia.

Nel 2022 la richiesta di adesione della Georgia all’Unione Europea

Nello stesso anno alla Presidenza dello Stato succedette a Margvelashvili una donna, Salomè Zurabishvili, anch’essa filoccidentale, che sarebbe rimasta in carica sino a oggi. Contemporaneamente come Primo ministro tornò Irakli Garibashvili succeduto a Gakharia nel 2021. Nel luglio 2022 la Russia invase l’Ucraina e, temendo che tale invasione potesse estendersi anche alla Georgia, la Presidente Zutabishvili presentò formale richiesta alla U.E. di adesione della Georgia all’ Unione, forte di un sondaggio effettuato nel Paese l’anno prima che aveva dato come risultato il 93 % della popolazione favorevole a tale adesione. In quell’occasione l’U.E. si dichiarò disposta a iniziare le procedure per l‘ammissione della Georgia allo “status” di candidato all’adesione ( analoga richiesta venne avanzata contestualmente anche dalla Moldavia, timorosa di una sua invasione russa attraverso la Transnistria). L’iniziativa della Presidente georgiana trovò peraltro una tiepida condivisone da parte del Primo ministro Garibashvili che temeva una ritorsione (anche militare) da parte della Russia. Da questo momento ebbe inizio, nella politica estera della Georgia, uno strisciante contrasto tra le posizioni della Presidente filoccidentale e quelle del suo Primo ministro pur debolmente filorusso.

Azimuth Airways simbolo di piena indipendenza?

Il 7 marzo 2023 il Governo georgiano emanò due leggi con le quali veniva ad essere controllata e limitata l’attività dei media (radio, televisioni) non governativi operanti nello Stato (imponevano la schedatura come “agenti stranieri” di tutte le organizzazioni e società che fossero sostenute finanziariamente dall’estero). Queste leggi , che apparivano modellate su quelle russe emanate nel 2912, scatenarono il giorno dopo agitazioni popolari contrarie che indussero il Primo ministro a ritirarle il 9 marzo. Nell’intento di placare le pulsioni filoccidentali della Georgia sostenute dalla Presidente, la Russia, nel successivo mese di aprile, fece una mossa tesa a ristabilire i rapporti con la Georgia, interrotti dalla fine della loro Seconda guerra del 2008. Riaprì una linea aerea diretta Mosca/ Tbilisi ed eliminò l’obbligo di visto per i georgiani che intendevano recarsi in Russia per affari. Il primo viaggio dall’Aereoporto internazionale Zhukovski di Mosca a quello Nova Alexeyeika di Tbilisi di un aereo della linea “Azimuth Airways” russa avvenne il 12 maggio 2023.

Permangono i rapporti con la Russia

Il 29 maggio tutti gli Ambasciatori delle Nazioni della U.E. accreditati presso lo Stato georgiano dichiararono inaccettabile tale ripresa di contatti tra la Georgia e la Russia mentre era ancora insoluta la questione sull’Ossezia del sud e l’Abkhazia e definirono l’apertura del servizio aereo Mosca / Tbilisi una “provocazione” della Russia tesa a bloccare l’adesione della Georgia all’U.E.. A queste prese di posizione risposero il 30 maggio il Primo ministro Garibashvili e il suo Vice Levan Divitashvili assicurando, in due comunicati, che i loro rapporti con il Governo russo si sarebbero limitati a semplici scambi commerciali e che tutto il personale russo sarebbe stato controllato minuziosamente all’atto del loro imbarco sugli aerei diretti in Georgia, con esclusione del personale militare.

2 giugno 2023: l’U.E. congela la domanda di adesione della Georgia

Conseguentemente, il 2 giugno 2023, l’U.E. congelò la domanda di adesione della Georgia all’Unione, accettando contestualmente quella della Moldavia come candidata all’ingresso. In queste condizioni i rapporti tra Georgia e Russia rimangono alquanto incerti e la Georgia cerca di trovare al suo interno un equilibrio sostenibile tra le sue aspirazioni filoccidentali (Presidente Zurabishvili) e un accordo con la Russia ( Primo ministro Garibashvili) per giungere a una soluzione concordata sulle due Regioni secessioniste.

Gustavo Ottolenghi

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