Sono sereni, immersi nella tranquillità di un giorno qualunque i paesaggi di Piero Brambilla (Agrate Brianza 1920-2009), esposti dal 14 aprile al 25° piano di Torre GalFa a Milano per il terzo appuntamento con GAD Galleria d’Arte Domestica ideato da Crudemon.
La personale “Paesaggi del Ricordo” mette in mostra venticinque opere fino al 12 maggio in un contenitore straordinario, una casa “speciale”, all’interno di uno dei primi grattacieli italiani che hanno fatto storia, con i suoi 31 piani diventati simbolo dello skyline milanese. Ed è qui che, quasi sospese fra nuvole e cielo, trovano uno spazio ideale, fra il salotto e la libreria di casa, nello studio, in camera da letto finanche in bagno, ovunque con vista a 360 gradi su tutta la città. Le sue vedute si confondono con l’orizzonte ma anche con lo scenario urbano di Piero Brambilla.
Anfratti intimi e silenziosi, discreti e nascosti
“E’ una pittura della mente – afferma il curatore Luca Cantore D’Amore -. Da alcune delle sue tele, è come se facesse emergere una riflessione che soltanto la forza dell’immagine può sottoporci. Per tutta la sua vita (artistica) Piero Brambilla ha deciso di abitare in quegli angoli di taluni anfratti intimi e silenziosi, discreti e nascosti che ha descritto attraverso la forza vaporosa e vaga, sospesa e cotonata, ovattata e tenue, della sua pittura”. Sembra percorrere alcuni tempi Brambilla, quelli della sostenibilità, dell’ecologia, con le sue tinte bucoliche e i colori pastello, a volte con i suoi rossi accesi come tramonti di fuoco. Quasi un paradosso che nulla fa intravedere la tragicità delle vicende vissute.
Una pittura pacata, che commuove per semplicità
L’artista vive la guerra, la prigionia, la mortificazione, l’umiliazione che il Piero Brambilla uomo ha visto, vissuto e patito -. Ma tutto questo dolore da vita a una pittura pacata, che commuove per semplicità… “In un certo senso, è come se la mostruosità che ha dovuto sopportare, vedere e vivere, non fosse riuscita a incattivirlo, a corrompergli la sconfinatezza interiore, a sottrargli l’incanto. Ed è come se lo facesse con la quiete, con la calma, con la concentrazione e la clausura monastica che solo l’Arte può percorrere e, in fine, rilasciare o decifrare”, afferma il curatore.
L’Arte ci proietta in un luogo in cui le dimensioni si abbattono
In Piero Brambilla: “l’Arte, fortunatamente, ci proietta nell’unico luogo in cui le dimensioni di Spazio, Tempo e Coordinate, si abbattono – anzi si annientano! – permettendo alla fantasia di fluttuare e volteggiare: creando cosmi, ecosistemi, costellazioni e dimensioni inedite che in pochi saprebbero intercettare e che in pochissimi – dono appannaggio dei soli Artisti – sanno esprimere e trasmettere attraverso la forma e la composizione dei loro agiti. La dimensione di cui si parla, naturalmente, è quella del Sogno. Laddove, al pari di quanto accade nei quartieri e nei perimetri della follia e del fanciullo, tutto è permesso, fattibile, ottenibile; o meglio, in una parola: possibile”.
La mostra è aperta gratuitamente dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00 su appuntamento fino al 12 maggio a Torre GalFa, 25° piano (int. 253), via Alfredo Campanini, 12. Per informazioni e appuntamenti Tel +39 0291320473 – info@crudemon.com
Nestar Tosini