Nell’ambito delle diverse manifestazioni che si sono tenute in tutta Italia in memoria di Giordano Bruno, lo scorso 17 febbraio a Torino, presso il Polo del ‘900, si è svolto un incontro-dibattito dal titolo “Giordano Bruno e la modernità – Un ribelle senza rivoluzione”.

L’ex frate domenicano che fece mise in difficoltà la Chiesa cattolica

Il 17 febbraio del 1600, 423 anni fa, veniva infatti eseguita in Roma, in piazza Campo de’ Fiori, la sentenza di condanna a morte contro l’ex frate domenicano, reo di eresia e quindi meritevole di essere “abbruciato” sul rogo. L’incontro è stato organizzato dal Centro Documentazione Antonio Labriola, dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA di Torino) e dall’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”. A introdurre l’incontro l’Avv. Bruno Segre (nella sua qualità di Presidente Onorario dell’Associazione Libero Pensiero Giordano Bruno). Con la sua consueta maestria e “verve” (nonostante l’età), Segre ha ricordato come la Chiesa Cattolica abbia sempre represso, con violenza, la libertà di pensiero.

Tra Fede e Ragione

Lo stesso Giordano Bruno, sin dalle sue prime difese, nel corso degli interrogatori, aveva affermato a chiare lettere che occorreva distinguere tra la sua attività intellettuale di filosofo, fondata sull’uso della ragione, dall’osservanza che un cristiano deve avere in base alla fede. Ma ciò non bastò a salvarlo. Dopo una breve proiezione di alcune scene intense e drammatiche del famoso film di Giuliano Montaldo (con Volontè attore protagonista e con musiche di Morricone), sono seguite le relazioni dei professori Piero Palmero e Maria Libera Garabo. Entrambi si sono intrattenuti sulla modernità di Giordano Bruno, sulla sua natura di “ribelle senza rivoluzione” . E in particolare, sulle sue teorie sul moto della terra, che erano state affermate anni prima da Keplero.
Teorie copernicane che, riprese poco tempo dopo anche da Galileo Galilei, dovettero essere rinnegate da quest’ultimo, solo per aver salva la vita.

La Chiesa usò due pesi diversi per Galileo Galilei e Giordano Bruno

Le diverse posizioni di Galilei, che abiurò le proprie tesi scientifiche e di Bruno, che, viceversa, non rinnegò le proprie teorie filosofiche, sono forse anche le ragioni per le quali su Galilei la Chiesa ha fatto precise ammissioni di responsabilità, mentre su Giordano Bruno nulla è mai stato detto – almeno ufficialmente. Il conflitto tra la scienza e la religione purtroppo è proseguito anche nei secoli successivi ed ancor oggi, in varie parti del mondo, le religioni continuano ad essere strumento di repressione delle coscienze e del “libero pensiero”. Di qui l’importanza della drammatica decisione di Giordano Bruno di morire piuttosto che rinunciare alle proprie idee. Egli è così divenuto un faro, una luce nelle tenebre dell’oscurantismo religioso che l’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” continua a tener viva.

Alessandro Re

 

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