Lo scorso 24 novembre in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, presso il Polo del ‘900 di Torino si è tenuto, con la Sua presenza come moderatore, un interessante dibattito che ha fatto seguito alla presentazione del libro di Maria Mantello dal titolo “Sesso Chiesa Streghe – una storia vecchia e nuova di femminicidi” (Ed. Fefè). Già L’Incontro del novembre 2017 aveva dedicato un lungo editoriale, a questa giornata, con una rievocazione anche storica degli avvenimenti. Ce ne vuole parlare?
Il libro di Maria Mantello ricostruisce, con dovizia di particolari e di documenti, il “modello di donna costruito sul mito mariano” e “sulla sessualità ridotta a pulsione/peccato da inibire contro la tentazione della strana creatura donna”. Un saggio che è di fondamentale importanza per comprendere i femminicidi di ieri e di oggi.
Ci può parlare della data del 25 novembre e della sua origine?
La “Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne” è stata proclamata dall’Assemblea Generale dell’ONU con la risoluzione del 17 dicembre 1999, che fissò la data del 25 novembre di ogni anno in memoria dell’assassinio delle sorelle Mirabal, “Las mariposas” (Le farfalle), come erano chiamate. La storia di queste donne è tanto drammatica quanto poco conosciuta. Le tre sorelle, Maria Argentina Minerva, Aida Patria Mercedes ed Antonia Maria Teresa erano resistenti al regime del dittatore Trujillo, il quale, da oltre 30 anni, dominava la Repubblica Dominicana.
Esse diedero alla loro lotta politica anche una forte connotazione femminista e, divenute sempre più scomode, il regime le fece assassinare il 25 novembre del 1960, simulando un incidente stradale, mentre in realtà il loro decesso avvenne per accoltellamento e strangolamento. Come scriveva L’Incontro del novembre 2017, “questa data di violenza assassina è stata quindi trasformata in memoria storica internazionale, simbolo di riscatto per l’emancipazione, l’autodetermanazione, i diritti e la parità delle donne”.
Il tema della violenza contro le donne è purtroppo una costante anche del nostro Paese, ove non passa giorno senza gravi episodi di cronaca nera, con uccisione di una donna da parte del marito o del fidanzato (o addirittura dei genitori che, in base a loro credenze religiose, non volevano, come è avvenuto di recente, che la figlia avesse una vita diversa da quella che la famiglia voleva imporle).
Il dato è stato confermato dall’indagine svolta dalla Commissione Parlamentare istituita nel gennaio 2017 sul tema: “in base ai dati risulta che in Italia calano gli omicidi volontari del 39% nel periodo 2011/2016. Non calano invece gli omicidi con vittime di sesso femminile”. Ed ancora “gli autori delle violenze più gravi sono prevalentemente i partner attuali o gli ex partner”.
L’articolo concludeva affermando che “La violenza di genere e il femminicidio sono ancora una realtà in Italia, nonostante leggi, manifestazioni e battaglie condotte a ogni livello. Il documento messo a punto dalla Commissione denuncia con chiarezza i problemi, i vuoti legislativi, gli ostacoli da superare. Si va dalla formazione dei soggetti che hanno il compito di agire in caso di violenza di genere per evitare che sottovalutino gli episodi denunciati, all’assenza di coordinamento in chi deve prendere provvedimenti, alla necessità di creare a livello investigativo un pool antiviolenza su modello di quello antimafia nella lotta alla criminalità organizzata”. Quella situazione, risalente a cinque anni fa, è purtroppo peggiorata, come testimonia la cronaca quotidiana.
Alessandro Re