La sentenza della Suprema Corte degli Stati Uniti del 24 giugno scorso che ha sostanzialmente cancellato il diritto delle donne americane di abortire, ha prodotto un effetto domino devastante in America. Ben 16 Stati hanno infatti dato esecuzione ai principi contenuti nella sentenza, cancellando o comunque riducendo il diritto delle donne americane a interrompere la propria gravidanza. La reazione a questo incivile scenario di limitazione dei diritti civili delle donne è stata però immediata, efficiente, creativa.

Scenari diversi per la tutela dei diritti civili delle donne

Sono nate numerose iniziative, a volte strabilianti, che dimostrano come il tema sia prioritario e come gli esseri umani siano sensibili e creativi nel superare gli ostacoli che si frappongono, via via, alla difesa dei loro sacrosanti diritti di scelta. Leggete cosa sta succedendo nel mondo e anche in Italia. Abbiamo recuperato la documentazione di tre iniziative che anche in questo momento di oblio legislativo da parte dei giudici americani lascia aperta la speranza di poter permettere alle donne americane e non solo, di assumere le loro gravi e delicate decisioni in libertà di coscienza e di diritto.

Quando la Nave va, lasciala andare

La prima iniziativa riguarda il progetto lanciato dalla dott.ssa Meg Autry, ginecologa e docente dell’università della California a San Francisco. Insieme ad un gruppo di colleghi sparsi su tutto il territorio americano, sta organizzando la creazione di un laboratorio galleggiante destinato ad offrire aborti chirurgici a bordo di una nave nelle acque americane della Costa del Golfo. La “Nave dei Diritti”, promossa dalla dott.ssa Autry navigherebbe ovviamente in acque internazionali in cui tale procedura sanitaria sarebbe consentita. La Autry ha definito questa sperimentazione. “Una opzione per le pazienti che non hanno altre possibilità. Una clinica galleggiante verso le coste degli stati del sud, i più restrittivi in materia, sarebbe più vicina e veloce”.

Le mobilitazioni dagli Usa all’Europa

E’ nata così una associazione senza scopo di lucro chiamata “Protecting Reproductive Rights of Women Endangered by State Statutes” (PRROWESS). Il laboratorio navale può servire 20 pazienti al giorno, con un costo pro capite molto basso. Il problema della dott.ssa Autry è raccogliere 20  milioni di dollari necessari per lo start-up della “Nave dei Diritti”. Un altro esempio analogo ci arriva da Amsterdam con Women on Waves  . L’associazione ha lanciato un progetto per la navigazione di una nave in acque internazionali davanti alle coste del Messico, Guatemala, Polonia, Marocco, Spagna e Irlanda. E dare così assistenza alle pazienti che non riescono ad abortire nei loro paesi.

La nave attracca al porto dove viene richiesta l’assistenza oppure attende in acque internazionali l’arrivo di imbarcazioni che portano le pazienti desiderose di aiuto. L’eventuale intervento chirurgico per l’interruzione della gravidanza viene effettuato ad oltre 12 miglia dalla costa dove la legislazione applicata è quella della nazionalità della barca. Lo slogan dell’associazione Women on Waves è molto forte e appassionato. “Là dove le donne hanno bisogno, noi ci saremo”. Il terzo esempio di iniziative mirate ad aiutare le donne private del loro diritto di scelta riguarda la telemedicina.

La Nave dei Diritti anche nelle acque del Mediterraneo

Dopo la pandemia ci stiamo concentrando molto sull’assistenza via web – ha scritto Rebecca Gomperts, fondatrice di Women on Web – non importa dove la donna abiti, la aiutiamo in tele-cura”. In passato l’associazione Women on Web aveva realizzato anche un servizio di droni che trasportavano le pillole anticoncezionali dalla Germania in Polonia, dove l’aborto è vietato. La dott.ssa Gomperts, proprio in queste ore, si è dichiarata pronta “a portare la barca dei diritti nel Mediterraneo per offrire, se necessario, una alternativa qualora l’aborto venisse davvero limitato anche in Italia. Le organizzazioni delle donne in Italia sono molto attive ci coordineremo con loro per capire come difenderle, qualora necessario”.

Riccardo Rossotto

 

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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