Siamo tutti angosciati e colpiti dalla enormità dell’aumento delle nostre bollette. Lo sapevamo, lo avevamo letto, ma … riceverle e doverle pagare è traumatizzante! In questo contesto ansiogeno, girano voci, più o meno incontrollate, sulle ragioni di questo vertiginoso e, per certi versi, vergognoso, rialzo dei costi, non solo per l’energia, con una inflazione galoppante verso le due cifre.
Ci hanno raccontato che la colpa era della guerra in Ucraina, della vendetta di Putin contro le nostre sanzioni. In pochi per la verità, che la causa vera era la nostra miopia politica sulle fonti rinnovabili alternative. Insomma, la ragione era esterna e, salvo aver fatto gli struzzi per troppi anni, la sfida in atto contro Mosca aveva i suoi costi e sacrifici da sostenere.
Ci dovremo dare una regolata
Occorrerà regolare il termostato, l’illuminazione pubblica sarà ridotta, le docce fredde incoraggiate, la gestione dei “fuochi” in cucina diversificata. Il fenomeno non è solo italiano: Macron ha chiesto ai francesi di pagare questo prezzo “per la nostra libertà e per i nostri valori”. Bene: facciamoli questi sacrifici, se proprio dobbiamo. Poi, però, ci assalgono dei dubbi e, giorno dopo giorno, delle maggiori perplessità. L’ultima l’ha raccontata il giornalista televisivo Mario Giordano, per carità un uomo “contro” finché si vuole che però ci ha fatto vedere un film non così tanto irreale.
Dov’è l’inganno?
“Eni ha bloccato il prezzo del gas con la Russia dieci anni fa con un contratto scritto. Continua a pagare quel prezzo. Però poi ci applica, a noi consumatori, il prezzo determinato dalla Borsa di Amsterdam il giorno della vendita. Quindi lo compra a 2 (come da contratto) e ce lo rivende a 30 (grazie alla Borsa che è pura speculazione). Eni con questo meccanismo ha avuto un utile di 600 miliardi nei primi sei mesi di quest’anno. Eni, che attualmente ha spostato la sede legale in Olanda, è una compartecipata statale al 30,62% (4 e rotti % il Ministero dell’Economia e Finanze e 26 e rotti % Cassa Depositi e Prestiti). Quindi parte di quell’utile (circa 180 miliardi!) è dello Stato italiano che però non vuole restituirlo ai clienti (cittadini e imprese). Come vedete Putin non c’entra un tubo (scusate la battuta). Il vero nemico è in Italia”.
Eni non ha smentito nulla, almeno fino ad oggi…
Molte altre voci, forse delle fake news, stanno girando sulla bolla speculativa delle materie prime, divenute oggetto di transazioni ardite da parte degli hedge fund. Dal febbraio 2022, dal giorno cioè dell’invasione dell’Ucraina, tutte le nefandezze della speculazione internazionale si sono riversate su quell’evento. Sembra quasi che le maggiori filiere industriali, le più importanti per l’Occidente, abbiano tutte origine da Kiev e dintorni.
La tempesta perfetta che si abbatterà su tutti noi
Quella guerra era diventata l’alibi di ogni arricchimento speculativo. Nella realtà, da un lato, proprio gli hedge fund (tra l’altro, non abbiamo mai capito perché come era bastata “una riga” di riforma agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso per permettere agli investitori di Borsa di operare con l’effetto “leva” – investo 1 euro reale e muovo un volume di 100 euro di impegni di investimento sul rialzo o sul ribasso di certi titoli mobiliari – non si possa, oggi, per fermare la speculazione, vietare “l’effetto leva”, semplicemente con un’altra “riga” di modifica normativa!) e dall’altro, le autorità governative incapaci di trovare un accordo, per esempio sul prezzo massimo del gas, in quanto portatrici di interessi diversi e a volte opposti, stanno favorendo uno scenario economico il cui costo verrà “spalmato” su tutti noi consumatori.
Per impreziosire questo quadretto poco edificante, il nostro “alleato di sempre”, gli Stati Uniti d’America, con grande generosità, deliberano di venderci il loro gas … a dei prezzi “di mercato”! Insomma una vera e propria tempesta perfetta, “magistralmente” orchestrata da qualcuno.
Un bombardamento mediatico per nulla corretto
Siamo alla vigilia di un appuntamento elettorale: noi cittadini abbiamo diritto di essere informati, non manipolati. Stiamo per scegliere chi ci governerà nei prossimi anni e dobbiamo essere messi in condizione di farlo conoscendo la verità dei fenomeni che ci circondano. Alla luce delle informazioni, più o meno veritiere che riceveremo, potremo assumere più consapevolmente le nostre scelte politiche. Dobbiamo sapere la verità anche se sgradevole e negativa. Pretendiamo risposte chiare, trasparenza e verità. Ci sembra davvero il minimo sindacale. Il rischio di un ritorno dell’onda populista, si sconfigge anche così, con una stampa libera e indipendente, un “watch dog” dei poteri forti, con lo strumento della verità dell’informazione non con la manipolazione o soggezione dei potentati finanziari.
Questa testata non si arrenderà mai nel gridare tutta la preoccupazione nei confronti di un bombardamento mediatico non corretto, non trasparente e manipolatorio.
Riccardo Rossotto