Siamo stati tutti, da sempre, Commissari Tecnici della nostra nazionale di calcio. Chi meglio di noi sapeva individuare la miglior formazione per sconfiggere l’avversario di turno? Poi ci siamo “specializzati” anche in nuovi settori, a seconda di cosa la realtà, bella o tragica, ci mettesse sul tavolo. Così al termine del primo decennio di questo secolo, siamo diventati tutti esperti di spread, di hedge fund, di BCE o “Whatever it takes”. Abbiamo dato consigli e giudizi a tutti su cosa stesse succedendo nel mondo economico del Villaggio Globale.
Da Ct della Nazionale a virologi il passo è breve
Poi arrivò la pandemia e diventammo tutti virologi in grado di trovare la ricetta, le soluzioni, i vaccini o altri rimedi anti vaccini per sconfiggere questa “stupidamente imprevista” tragedia sanitaria. Ma non è finita. Dismesso il camice da medici, ci siamo rivolti alla politica internazionale, concentrata sul conflitto bellico in Ucraina, scoppiato per sottostima degli eventi da parte di tutte le leadership politiche mondiali. Ora ci tocca una nuova “specializzazione”: l’energy advisor. L’esperto in energia, in grado di trovare adeguate soluzioni ad un rincaro delle materie prime causato “non solo” dalla guerra in Ucraina.
Qual è il problema?
Nei nostri salotti, nelle nostre comunità, quante volte ci è successo di sentire un amico discettare sui “perché” siamo piombati in una grave crisi di approvvigionamento energetico. O sui costi dell’energia impazziti … Ma discettare anche nel merito delle responsabilità e, soprattutto, delle soluzioni possibili a questi drammatici problemi. Bene, mi ci metterò anch’io a fare l’esperto e a spiegarvi il “tutto e di più” sullo scenario che ci sta sconvolgendo il contenuto dei portafogli!
Scherzi a parte, mi ha colpito un intervento del prof. Franco Cotana, ordinario di fisica tecnica industriale all’università di Perugia e coordinatore del dottorato di ricerca in Energia e Sviluppo Sostenibile. Un intervento concentrato sull’energia nucleare e sulle fake news che circolano in materia. Devo ammetterlo, sono stato una facile vittima delle tesi del prof. Cotana, avendo votato a favore della costruzione di nuove centrali nucleari nel famoso referendum che bocciò il progetto.
Né dannosa, né pericolosa, né costosa
Pensavo e penso tuttora, sicuramente da ignorante, che l’energia nucleare della quarta generazione di centrali sia ormai sicura e costringa ad un investimento del tutto competitivo rispetto alle altre tipologie di energia. In sintesi, l’energia nucleare, secondo il professore, non sarebbe né dannosa, né pericolosa, né costosa. Eccovi la sintesi dei sei punti dell’intervento del prof. Cotana.
Regolamento Europeo 1214 del 2022
.Con la pubblicazione del Regolamento Europeo 1214 del 2022 l’energia nucleare deve essere considerata un’attività economica che contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Dal 1° gennaio 2023, per Bruxelles, la produzione di energia elettrica attraverso l’utilizzo di impianti che sfruttano i processi nucleari, rientrerà tra le attività considerate sostenibili dal punto di vista legislativo.
Meno scorie prodotte
.I reattori nucleari di quarta generazione producono meno scorie e possono assicurare continuità e sicurezza per la generazione di energia elettrica. Compensando così la produzione intermittente per definizione, derivante da fotovoltaico e/o eolico.
Cosa dice IEA agenzia internazionale dell’energia
.Nel rapporto dell’IEA (Agenzia internazionale dell’energia), del maggio 2021, si può ricavare una tabella di marcia che prevede, per il 2050, che le rinnovabili costituiscano il 90% della generazione di energia elettrica a livello globale. All’energia nucleare viene affidata quindi una percentuale intorno al 10% con un raddoppio dell’attuale potenza.
Importiamo il 15% dell’energia elettrica da fonte nucleare
.La crisi energetica che stiamo vivendo ha evidenziato la strategicità della sicurezza e della flessibilità dell’approvvigionamento energetico. Solo il nucleare può garantire tale continuità. D’altronde siamo costretti ad importare il 15% dell’energia elettrica da fonte nucleare dalla Svizzera, dalla Francia e dalla Slovenia, paesi confinanti con il nostro “stivale”. Quindi con le loro centrali nucleari costruite vicine ai nostri confini!
Abbiamo una grande tradizione nella formazione universitaria
.L’Italia ha sempre avuto e ha ancora una grande tradizione nella formazione universitaria nel settore dell’energia nucleare. Può contare quindi su un sistema fondato su scienziati di altissimo livello con una grande reputazione a livello internazionale. Il meglio per produrre un adeguato progetto di pianificazione della costruzione di centrali nucleari della quarta o della futura quinta generazione.
Le PMI italiane pagano il 28% delle aziende europee in energia
.Nella valutazione dei costi del nucleare, bisogna tener conto – sostiene Cotana – di quelli che sono i costi diretti ed indiretti che stiamo sopportando per la mancanza di una base continua di erogazione di energia. Se dobbiamo uscire dalla fase delle fonti fossili, occorre avere una base sicura di almeno un 10% di energia che possa garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. E questo in qualsiasi situazione geopolitica, anche in una emergenza bellica come quella che stiamo vivendo. Oggi le PMI italiane pagano delle fatture per l’energia in media più care di quasi il 28% delle aziende europee. Un fattore di non competitività non più sostenibile.
Un pensiero articolato e comprensibile
Riassumendovi i punti del ragionamento del prof. Cotana, non ho voluto replicare il format degli esperti “improvvisati”, ma semplicemente socializzarvi un pensiero articolato. E soprattutto, comprensibile a tutti, su un tema che ci accompagnerà per parecchio tempo costringendo i nostri decisori politici a delle scelte complesse ma non più dilazionabili.
Riccardo Rossotto