In attesa di capire meglio il “Quando” e il “Come” Pechino si “riprenderà” Taiwan (non il “Se”: quello è già dato per scontato!) continuiamo a seguire il “Grande Gioco” a scacchi in corso tra Cina e Stati Uniti, tra Xi Jinping e Jo Biden. Le ultime due mosse dei protagonisti sono interessanti per continuare a fornirci il polso della situazione attuale, dopo (i) la trasferta di Nancy Pelosi a Taiwan e (ii) il completamento delle esercitazioni militari realizzate “in pompa magna” dai cinesi di Pechino intorno all’isola di Formosa, infrangendo volutamente ed in più occasioni le acque territoriali dei cinesi di Taipei.
Che ruolo ha l’India
Il ruolo dell’India, come vedremo tra poco, sullo scacchiere del confronto spinoso sino-statunitense, costituisce un grande punto interrogativo. Alla vigilia della Presidenza del G-20 (1 dicembre 2022), il Presidente Modi rimane in una posizione “grigia” e alza il prezzo della sua alleanza sia con gli Stati Uniti da una parte, sia con la Cina e la Russia dall’altra.
Le manovre militari congiunte
Le esercitazioni militari “Vostok 2022” cominceranno il prossimo 30 agosto e termineranno il 5 settembre. Oltre ai militari russi, vi prenderanno parte contingenti inviati da Paesi alleati di Mosca come la Bielorussia, la Mongolia e il Tagikistan. La grande sorpresa è costituita dalla partecipazione di reparti cinesi e indiani. Un messaggio politico importante per confermare al mondo intero che Pechino e Mosca marciano unite, forse non più con “la ferrea alleanza senza limiti di tempo prefissati” sottoscritta a Pechino da Xi Jinping e Putin, in un clima da schieramento prettamente antiamericano e antioccidentale.
Quali sono i Paesi allineati alla politica russo-cinese
Teniamo conto che sono allineati, per il momento, alle decisioni di politica estera russo-cinese l’Iran, il Venezuela (Maduro ha recentemente ospitato contingenti militari russi, cinesi, iraniani e boliviani per condividere esercitazioni militari mirate ad ottimizzare la collaborazione tra i vari reparti), la Siria, la Corea del Nord, Cuba, la Bolivia, il Nicaragua, nonché diverse nazioni africane capeggiate dal Mali, dove i miliziani russi della Wagner sono immediatamente subentrati nelle posizioni militari una volta presidiate dalle truppe francesi ritirate da Macron.
Un confine a rischio
Diversa è la posizione dell’India che, inaspettatamente, ha accettato l’invito di Putin di partecipare alle esercitazioni “Vostok 2022”. L’india, infatti, vive sostanzialmente una guerra permanente, anche se non dichiarata, con la Repubblica Popolare Cinese proprio sui confini a nord, nell’ex Tibet divenuto oggi una regione autonoma della Cina. Si tratta di un confine lungo 3.800 chilometri che attraversa la catena montuosa più alta del pianeta, tra i 4.000 e i 5.000 metri di altitudine e che parte dal nord est dell’India nello stato della Arunachal Pradesh.
Frizioni in alta quota
Lo scontro verte sulla rivendicazione cinese di tutta la regione che Pechino ha denominato “Zan-Nan” e cioè il Tibet del Sud. L’escalation militare, iniziata nel 2020, si è sviluppata soprattutto in Ladakh dove, proprio il 15 giugno di due anni fa, ci furono scontri a fuoco tra i due eserciti con venti morti tra i soldati indiani e un numero, mai precisato, di morti tra i soldati cinesi. Il confine attuale, non riconosciuto né da Modi, né da Xi Jinping, e denominato Lac (Linea di Controllo Attuale) è “figlio” di una tregua armata siglata dai cinesi e dagli indiani, sessant’anni fa, nel 1962, dopo l’occupazione militare cinese di una parte del Ladakh.
Esercitazioni militari congiunte tra americani e indiani
In questo teatro di guerra, tutt’altro che risolto, ha sorpreso la spregiudicata scelta di Modi di partecipare ugualmente alle esercitazioni militari organizzate da Putin a fine mese. Proprio sui territori dove la tensione tra Cina e India cresce di giorno in giorno, nel prossimo mese di ottobre si terranno le prime esercitazioni militari congiunte tra l’esercito americano e quello indiano. “La partnership tra USA e India è uno degli assi portanti fondamentali per garantire la libertà e la sicurezza dell’intera regione dell’ Indo-Pacifico”. Ha dichiarato proprio in questi giorni il portavoce del Pentagono, Kirby. Ne vedremo delle belle, insomma, fin dal prossimo dicembre quando inizierà la Presidenza indiana del G-20 che, pare, New Delhi abbia provocatoriamente proposto di tenere, proprio, nel Ladakh, il territorio in contestazione con la Cina.
L’accordo commerciale tra USA e Taiwan
Il teorema dell’ “Ambiguità Strategica” continua ad essere il driver della politica estera americana nel far east. Proprio in queste ore, il Governo di Taipei ha ufficializzato la scelta del Governo americano di aprire formalmente i negoziati per realizzare un accordo di ampio respiro e di libero scambio tra Washington e Taiwan. Il Trattato denominato “US-Taiwan iniziative in 21st Century Trade” conterrà una serie di nuovi accordi che rafforzeranno ulteriormente, sia dal punto di vista politico che soprattutto economico, i rapporti tra i due Paesi.
Un’iniziativa, quella di Biden, che vuole mostrare al mondo intero, ma soprattutto a Mosca e Pechino, la stretta relazione che si espande tra Washington e Taipei, al di là delle formalità diplomatiche che, nell’ambito della “Ambiguità Strategica”, impediscono agli Stati Uniti il formale riconoscimento di Taiwan e la conseguente impossibilità di avere un ambasciatore nella capitale dell’isola cinese, ma, nello stesso tempo, di consolidare un’alleanza strettissima con i cinesi “non di Pechino”.
Taiwan è la ventunesima economia del pianeta
Il nuovo Trattato economico si inserisce in un momento magico dell’economica taiwanese. Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso, in questi giorni, il suo tradizionale report sulle previsioni economiche del secondo semestre del 2022: per Taiwan si prevede un ulteriore miglioramento di tutti i suoi indicatori economici. Taiwan è la ventunesima economia del pianeta con un Pil di oltre 840 miliardi di dollari ed un Pil pro-capite di 34.000 dollari, quindi, superiore a quello italiano. Il Governo di Taipei ha attualmente incrementato ulteriormente le sue transazioni economiche con Pechino e i risultati straordinari conseguiti in questo difficile 2022 sono stati generati, soprattutto, dall’industria dei chip e dei semiconduttori che ormai ha raggiunto una quota del 67% della produzione mondiale.
Ma Taipei guarda verso USA e Cina
Ma non solo l’America sta mostrando solidarietà e vicinanza a Taiwan. A breve sono previste visite ufficiali di gruppi parlamentari del Canada, del Giappone e della Gran Bretagna. Anche l’interscambio commerciale tra l’Italia e Taiwan sta aumentando e ha superato i 4 miliardi di dollari in gran parte dovuti, appunto, all’acquisto di chip e di semiconduttori, vitali per la nostra industria nazionale. Insomma, la partita a scacchi continua, caratterizzata da esercitazioni militari appositamente organizzate sui due fronti che vogliono trasferire dei precisi segnali di forza alla controparte.
L’unica grande potenza locale che non ha ancora assunto una posizione precisa è, come abbiamo visto, l’India. La nazione presieduta da Modi fa parte del Quad, l’organizzazione che comprende Stati Uniti, Giappone e la Spagna in una alleanza di democrazie, con interessi di sicurezza comuni in funzione dell’arginamento dell’espansione cinese. La partecipazione dei reparti indiani alle esercitazioni militari russe dimostra che la situazione è ancora fluida e che alcuni Governi, New Delhi in primis, stanno cercando di ottimizzare la loro posizione negoziale, rinviando ogni decisione irreversibile.
“Washington e Pechino intensificano le loro esercitazioni nel teatro asiatico per formare un deterrente strategico e attrarre nel loro campo il maggior numero di nazioni dell’Indo-Pacifico”, ha scritto il professor Tam Sang, dell’Università di Saigon.
Riccardo Rossotto