“Mal comune… mezzo gaudio!” Il ben noto adagio, coniato evidentemente da un pseudo ottimista, mal si attanaglia a quanto sta accadendo in Italia e negli Stati uniti. Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini del dibattito al Senato di mercoledì 20 luglio, quando il Presidente del Consiglio Mario Draghi dovette prendere atto dell’impossibilità di proseguire il suo mandato.

L’idea di un Governo serio e “Costruttore” che cercava di completare il suo programma mirato ad arginare e gestire la pandemia. Blindare l’erogazione dei fondi del PNNR. Aiutare la classe media a sopravvivere ad una ondata inflazionistica non prevista, senza scostamenti di bilancio e senza, se possibile, aumentare l’immane debito pubblico consolidato, questa idea, dicevamo, non era più accettabile per i populisti.

Il processo al Presidente…

Nelle stesse ore in cui a Roma la maggioranza dei nostri senatori mandava a casa il nostro “miglior talento”, si re-inscenava a Washington lo psico dramma del 6 gennaio 2021. La Commissione parlamentare completava, infatti, l’ottava udienza mirata a far luce sui fatti del 6 gennaio dello scorso anno caratterizzati dall’assalto al Campidoglio. Durante l’audizione di alcuni dei principali collaboratori dell’ex Presidente Donald Trump, audizione trasmessa in diretta televisiva, abbiamo assistito ad una ricostruzione meticolosa di quelle ore che segnala la pericolosità delle condotte adottate da Trump, soprattutto in vista di una sua ricandidatura nel 2024.

In quei giorni del 2021 in pericolo le istituzioni democratiche

Il Presidente, quel giorno, preso atto e contestato il verdetto delle urne, prima sollecitò i suoi sostenitori ad assaltare il Congresso e poi, quando ciò accadde, egli per ben tre ore si rifiutò di prendere qualsiasi provvedimento mirato a difendere l’ordine pubblico e a salvaguardare la più importante istituzione della democrazia americana. I testimoni principali sono stati l’ex vice-consigliere per la sicurezza nazionale Pottinger e la vice portavoce Matthews entrambi licenziati da Trump subito dopo quei fatti.

Trump non c’era e se c’era pranzava davanti alla Tv

Entrambi hanno confermato una sequenza di comportamenti del Presidente assolutamente incredibile. Trump, quel giorno, all’ora di pranzo, era seduto da solo nella saletta accanto allo Studio Ovale. Il suo sguardo era puntato sullo schermo televisivo sintonizzato sul canale Fox News. Trump per tre ore e sette minuti si è rifiutato di ricevere telefonate ed ha respinto tutte le richieste di far intervenire le forze dell’ordine per bloccare gli assalitori. L’avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone ha confermato che il Presidente non parlò con nessuno dei tre Ministri responsabili dell’ordine pubblico: quello della Difesa, quello della Giustizia, o quello della Sicurezza interna. Cipollone ha sottolineato che in quelle interminabili tre ore alla Casa Bianca girava soltanto questa frase, sussurrata da tutti i consiglieri del Presidente: “Non vuole che si faccia nulla!”.

Una grave condotta omissiva

In quei 187 minuti, Trump ebbe soltanto due colloqui privati, uno con il suo amico e avvocato Rudy Giuliani e l’altro con la figlia Ivanka, l’unica che provò a far cambiare idea al padre,senza grande successo. Nell’udienza della Commissione è emerso anche che il giorno successivo, il 7 gennaio 2021, Trump registrò il video “riparatore” e rifiutò (“no, non voglio dire che le elezioni sono finite…”) di ammettere, anche in quella occasione, la vittoria di Biden.

Ci troviamo, quindi, di fronte prima ad una condotta gravemente omissiva dell’allora Presidente, che sperò che l’assalto al Congresso potesse, in qualche modo, far “saltare il banco” della vittoria elettorale democratica. Poi, comunque, ad un Presidente che, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, non accetta il verdetto popolare prospettando brogli mai provati. Con questa audizione si è chiuso il primo ciclo di lavori della Commissione.A settembre ci sarà il verdetto definitivo. La Vice Presidente Cheney, repubblicana, ha detto pubblicamente che le testimonianze assunte dovrebbero screditare Trump per qualsiasi futuro politico; un altro deputato repubblicano , Kinzinger , ha aggiunto che le audizioni hanno “rivelato prove sufficienti a incriminarlo”.

In attesa del verdetto Truth Trump attacca la commissione

Spetterà al Ministro della Giustizia Garland , una volta terminati i lavori della Commissione,decidere se incriminare Trump davanti alla giustizia ordinaria. Sul suo social Truth Trump ha sarcasticamente commentato gli esiti di questa audizione: “questa è una Commissione che non vale una cicca. E’ corrotta e dice solo menzogne”.

Insomma, se l’Italia sta vivendo ore delicate che destano preoccupazione non solo tra gli italiani ma in tutto il mondo, l’America non sta meglio. Il Paese è spaccato in due e il gradimento di Biden , tra l’altro bloccato in quarantena dal Covid , continua a scendere.

Si sta preparando un periodo pre-elettorale sia per le elezioni di Mid Term di novembre, sia per le elezioni presidenziali del novembre 2024, infuocato e denso di incognite per la stessa democrazia americana. Alcuni autorevoli commentatori hanno già citato con terrore il ripetersi di una vera e propria guerra civile.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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