Antefatto. Adesso che Mirafiori non c’è più, come facciano a tramandarne memoria? Questo si chiesero quel pomeriggio di un luglio assolato, i 2 vaticanisti d’eccezione, in un cortile-giardino torinese, sorseggiando quel drink scuro con ghiaccio. Ecco a voi la coppia Spagnulo-Mussa, una vita da giocolieri del circo della pubblicità. Ecco a voi la neonata “Ditta Mirafiori”. Mira come come capacità di mirare, di guardare dentro le storie, puntando un mirino… Fiori come Riviera dei fiori, dove tutto in fondo cominciò.
“Mira Spagnulo”, disse Mussa.
“ Fiori non pallottole”, rispose Spagnulo.
Ecco, prima puntata della “Ditta Mirafiori“: Bob Dylan, il menestrello dell’America con la A maiuscola.
7 domande immaginarie a Bob Dylan
Perchè in fondo, e non tanto in fondo, auto e vita personale si intrecciano in Dylan, strade e titoli di album, incidenti che cambiano le vite, auto quintessenza dell’America, e Woodstock implacabile che ritorna sempre. E strade, tante , addirittura un disco intero Highway 61, e foto che lo ritraggono passeggero davanti o dietro , o in posa appoggiato al baule. Ecco a voi il premio Nobel nonché premio Oscar, Bob Dylan.
Ps. Le risposte sono tratte dalla sua autobiografia e dalle sue canzoni, vere e verosimili insieme. Come la sua proverbiale asciuttezza nelle risposte.
1 – C’è una foto che la ritrae che sembra sintetizzare la sua vita
Si ha ragione, quella foto è di Elliot Landy. Siamo nel 1968, sono fuori casa, a Woodstock. Io, la chitarra, l’auto: le cose che hanno contato nella mia vita. Sa che non ricordo bene quale macchina fosse, è passato tanto tempo…
2 – Più guidatore o passeggero?
Direi più passeggero , perché il viaggio mi ispira e mi permette di scrivere. “Le auto insieme ai motel sono i posti migliori in cui scrivere canzoni perché sono luoghi temporanei”. E poi riguardandole quante foto mi ritraggono sul sedile anteriore a fianco del conducente o su quello posteriore, in cerca di ispirazione.
3 – La sua prima auto
“Il primo grande acquisto con il mio grande stipendio è stata una Ford Mustang decappottabile del 1966. Ma un ragazzo che lavorava con me l’ha fatta precipitare da una collina a Woodstock e si è schiantata contro un camion”. L’ho poi venduta per 15 dollari. Ma a ben pensarci l’ho venduta anche meglio nel disco in cui viene citata, la canzone è “High water“. (e sorride)
4 – E dopo la Mustang ?
La moto. Nel 66 dopo la Mustang ho comprato una moto Triumph e sempre nel 66 mi sono schiantato proprio a Woodstock, era il 29 luglio. In realtà oggi posso dire che quell’ incidente mi fece bene , mi ha permesso di togliermi di mezzo dai riflettori e di rigenerarmi , di ritirami per un po’ a vita privata La verità è che volevo uscire dal rat race, la corsa al successo , la corsa dei topi.
5 – La sua strada del cuore
Beh senza ombra di dubbio la Highway 61 che corre dal Minnesota, dove sono nato, fino a New Orleans sul delta del Mississippi. La Highway 61 da anche il titolo all’album omonimo. Un album importante perché segna il mio passaggio alla chitarra elettrica.
6 – Altre auto sono entrate nelle sue canzoni …
Certo, pensi alla Chevrolet in “Union Sundown”: “ la macchina che guido è una Chevrolet , è stata prodotta in Argentina da un ragazzo che guadagna 30 centesimi al giorno”.
https://www.youtube.com/watch?v=ukLtIRw71tE
O alla Rolls Royce che finisce in piscina nell album “ Clean Cut Kid“.
E poi la Cadillac in “Summer days “: “Sto guidando una Cadillac , le ragazze dicono tutte: “sei una star esausta“. Le mie tasche sono piene e spendo ogni centesimo. Ho otto carburatori, li sto usando tutti. Sono a corto di gas, il mio motore sta iniziando a bloccarsi”.
7 – E poi quello spot del 2014 per il Super Bowl?
Si, lo spot Chrysler in cui canto l’orgoglio americano: “Detroit ha costruito le auto e le auto hanno costruito l’America”. Beh e prima di allora nel 2007 avevo fatto pubblicità alla Cadillac Escalade.
7 a – Sta dimenticando Alfa Romeo
Sì vero, ora che mi ci fa pensare hanno usato per Alfa Romeo Mito una frase delle mie: “There is nothing so stable as change”. Bella, no? Sussurra con orgoglio Bob, in un raro momento in cui si concede a un commento e a un’emozione. Cut.
Eraldo Mussa