E’ il nostro tempo. Ci sono scenari geopolitici soggetti a profondi mutamenti in particolare a seguito della immotivata invasione della Russia in Ucraina. Ci sono effetti sociali ed economici conseguenti al biennio della pandemia Covid 19, da cui non siamo del tutto usciti, anche se si può guardare al futuro sanitario del nostro Paese con maggiore serenità dopo la grande adesione alla campagna di vaccinazione. E questo malgrado i No-Vax e la loro campagna di disinformazione. Sono poi in atto gli effetti della guerra aperta da Putin con l’aggravamento delle prospettive economiche, caratterizzate dal ridimensionamento della crescita e dal rischio di un avvitamento dell’inflazione.
Bisogna difendere il potere di acquisto delle famiglie
In Europa e anche in Italia l’andamento del prezzo dell’energia è alla base dell’impennata dell’inflazione negli ultimi mesi che ha raggiunto rispettivamente l’8,6% e l’8%. A giugno in Italia l’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e alimentari, è meno della metà. Per contenere quindi l’aumento generale dei prezzi e difendere il potere di acquisto dei cittadini, è essenziale agire sulla fonte del problema e contenere i rincari di gas ed energia. Essi sono strettamente connessi!
Da diversi mesi Draghi ha chiesto in Europa l’imposizione di un tetto al prezzo del gas russo. Lo ha ribadito nei giorni scorsi sia al consiglio europeo che al vertice G7. La commissione europea è impegnata a presentare a settembre una proposta complessiva che riguarda non solo il tetto ma anche una diversa regolazione del prezzo dell’elettricità, che oggi è condizionato alla borsa di Rotterdam dai picchi del prezzo del gas.
I governi hanno il potere-dovere di regolare i prezzi di elettricità e gas
Il governo Draghi continuerà con una azione molto determinata di stimolo sugli altri governi Europei. Sullo sfondo c’è il futuro dell’Europa, che è il nostro futuro. Non c’è spazio per illusioni nazionalistiche, specie nel nuovo scenario geopolitico condizionato da demografia, disuguaglianze e uso della forza militare con aggressività incontrollata. In Europa serve una spinta federale per superare l’unanimità, prefigurare un bilancio europeo con entrate proprie in grado di reggere la stabilizzazione di iniziative di grande forza come il piano Next Generation EU.
La nostra economia può incrociare nelle difficoltà nuove opportunità. La posizione netta sull’estero resta positiva e i produttori italiani competono con successo sui mercati internazionali. L’indebitamento delle famiglie è il più basso tra i Paesi europei e quello delle imprese è sotto la media. Le condizioni del settore bancario, dopo le crisi degli ultimi anni, sono migliorate in termini di crediti deteriorati e di redditività.
Lo spostamento di bilancio è un’arma da maneggiare con cura
Ora compete al governo e al dialogo sociale nel Paese, condizione essenziale, consolidare i punti di forza della nostra economia e tenere sotto controllo i conti pubblici. Decisivo sarà il dialogo sociale tra le forze dell’imprenditoria e quelle del lavoro. Al Covid abbiamo risposto finanziando le spese correnti con disavanzo avendo attenzione alle necessità di giustizia sociale e di protezione dei più deboli. E l’Europa ha fatto la sua parte con il Next Generation EU che ha messo per la prima volta il debito in comune.
Si è trattato di una svolta di portata storica. Ma ora bisogna dire con chiarezza che lo scostamento di bilancio non può diventare uno strumento da maneggiare con superficialità. Un disavanzo elevato e persistente diventa insostenibile e genera una crescita del peso del debito. La via per ottenere progressi robusti, stabili e duraturi passa per lo sviluppo economico, per la valorizzazione del lavoro e per gli investimenti. Si prospettano grandi progressi dalla realizzazione dei programmi di investimento e di riforme previsti dal PNRR.
Non possiamo fallire gli obiettivi del PNRR
Guai a parlare di slittamenti. Il PNRR funziona come uno stato avanzamento lavori (SAL). E non può ripetere le esperienze negative dei fondi strutturali europei secondo l’interpretazione italiana. Il PNRR è strategico per dimensioni finanziarie e per obiettivi. Si tratta di:
• accelerare la doppia transizione verde e digitale.
• potenziare l’istruzione e la ricerca (e quindi il capitale umano).
• ridurre i ritardi del mezzogiorno.
Verso una economia innovativa e più sostenibile
Come si fa a non condividere? E’ un’occasione storica per svoltare in Italia e in Europa. L’Italia con Draghi è sulla strada giusta. Molti italiani ne sono convinti. Il successo dei piani pubblici di investimento richiamerà quelli privati delle imprese. E le riforme sono intimamente connesse con la ripresa dello sviluppo. Non si dica più che sono dettate dall’Europa. Le dovevamo fare da tempo. Ora non possiamo più rinviare. Sono nel nostro interesse proprio per rafforzare il potenziale di crescita dell’Italia. Anzi bisogna fare di più di quello che stiamo facendo, senza ripetere il penoso dibattito su catasto e balneari.
Il PNRR non può dunque saltare, perché salterebbe l’intero Next Generation EU. I timori e i pregiudizi antieuropei emersi con la duplice crisi dello scorso decennio possono e devono essere superati. Possiamo andare con decisione verso il percorso tracciato di una economia innovativa e più sostenibile. Questo si deve fare per superare le incertezze e le difficoltà di una congiuntura così complessa.
L’anno prossimo si vota, conterà la saggezza degli italiani
La continuità del metodo introdotto dal Presidente Draghi mi sembra essenziale nei fatti. L’alternativa dei sovranisti, degli antieuro, dei populisti, degli scettici non ci porta da nessuna parte. Non abbiamo bisogno di inseguire i pifferai, ma di coltivare la serietà, il rigore legislativo e amministrativo, il civismo come espressione della nuova cittadinanza. In questo modo il Paese vivrà una nuova stagione di rinascita.
Bruno Tabacci
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio