E’ fresco di stampa, per i tipi di Giappichelli, il volume “Quando l’arte incontra il diritto”, scritto dall’avvocato Sergio Favretto e che si giova della prefazione autorevole di Luciano Canfora.
Il libro reca come sottotitolo “Autenticità e inquietudini del mercato” e si apre con un “Appello per l’arte libera e autentica”. Il volume dedica una buona parte delle sue oltre 200 pagine al tema che accompagna sempre chi acquista un’opera d’arte, e cioè la certezza, e forse anche il dubbio, della sua autenticità.
Come garantire l’autenticità di un quadro
Periodicamente i mezzi di informazione comunicano dati dai quali emergerebbe che una quota significativa delle opere che circolano nel mercato dell’arte sarebbero contraffatte. E da questa piaga non sarebbero immuni neppure i musei. Ovviamente si tratta di dati di difficile verificabilità. Inoltre le notizie sui ripetuti e ingenti sequestri da parte delle forze dell’ordine non fanno che confermare che il fenomeno è rilevante e non può essere sottovalutato.
Si è così sviluppato tutto il mondo, spesso poco trasparente, delle autentiche e degli archivi degli artisti. E non sono mancati i contenziosi senza esclusione di colpi tra più soggetti che si ritenevano deputati a certificare i lavori di un artista. I contrasti più frequenti si sono verificati tra eredi che spesso non hanno particolari competenze, che non siano il legame parentale, e gli esperti, che per molti anni si sono occupati del lavoro di quell’artista. Il tutto condito da interessi economici assai rilevanti, e non solo dalla volontà di diffondere e tutelare il pensiero artistico.
Mi sono aggiudicato una autentica
Così se una volta si diceva “hai comprato una firma”, per indicare come spesso nel mercato dell’arte si privilegiasse il nome dell’autore sulla qualità del lavoro, oggi si può ben dire “hai comprato una autentica”. Tanto è diventato determinante il documento che provi, o che dovrebbe provare, l’autenticità di ciò che si acquista.
Una regola che parrebbe funzionare riguarda l’acquisto di opere di artisti viventi. In quel caso l’artista sarebbe in grado di attestare, senza possibile dubbio, l’autenticità del proprio lavoro. Ma si tratta di una scelta che non può valere per tutti, perché la maggior parte dell’arte, e dell’arte che merita di essere acquistata, è stata prodotta nel passato, recente o lontano che sia, da artisti non più viventi.
Falso, falso, falsissimo…
E comunque anche l’artista vivente non rappresenta una garanzia assoluta. Un aneddoto può spiegare questa affermazione. Ha da poco riaperto la Neue National Galerie di Berlino, uno dei più importanti musei di arte moderna del mondo, custodito nella meravigliosa architettura di Mies van der Rohe. All’ingresso della mostra di riapertura, dedicata all’arte della prima metà del ‘900, campeggia un grande quadro di Giorgio de Chirico, “Il grande metafisico”, datato 1916.
Una ampia didascalia a fianco dell’opera ne racconta la storia curiosa. Quando negli anni ‘60 il pictor optimus visitò il museo, esclamò perentoriamente “falso, falso, falsissimo”….
Da quadro milionario o crosta invendibile…
Passato il primo, e ben giustificabile, momento di smarrimento, i curatori del museo non si persero d’animo e con una paziente e accurata ricerca riuscirono a dimostrare tutti i passaggi di provenienza e la indiscutibile autografia dell’opera. Scoprendo però che il quadro era stato dipinto a metà degli anni Venti, e non nel 1916, secondo la data apposta dall’autore accanto alla firma. Era dunque uno di quei quadri che lo stesso de Chirico aveva dipinto ad anni di distanza dal suo periodo metafisico, e “retrodatati” per accontentare il mercato che li cercava.
Ma provate a pensare se questa storia fosse capitata a uno di noi, che non abbiamo certo né le competenze né i mezzi di un grande museo…. Ci saremmo trovati con un quadro milionario, di punto in bianco diventato una crosta invendibile…
E allora, che fare? Rinunciare agli acquisti? Certamente no, ma essere attenti e prudenti, affidarsi a venditori affidabili e consolidati. E diffidare degli “affari”, che spesso nascondono contraffazioni.
Un libro per orientarsi nel mondo della compra vendita
Per orientarsi in questo mondo può essere molto utile il libro di Sergio Favretto, prodigo di riflessioni importanti, e di informazioni pratiche su come orientarsi nel mercato dell’arte e come tutelare i propri acquisti. Come dichiara fin dal titolo, il libro si occupa di molte questioni che accomunano arte e diritto. E se quelle sulla autenticità, sugli archivi e le autentiche sono forse le più scottanti, e alle quali viene dedicato il più ampio spazio, il libro aiuta ad orientarsi in un raggio ampio. Dalla ricognizione dei soggetti che operano nel settore, al diritto d’autore e al diritto di seguito. Argomenti un po’ ostici, che spesso creano problemi anche agli operatori del diritto e che il libro aiuta a chiarire.
Piacevole lettura anche per chi non ha una preparazione giuridica
L’autore è un giurista attento, che affianca ad una formazione penalistica e a una evidente passione per la materia dell’arte, una competenza a tutto tondo. E’ in grado di affrontare le questioni che, nei vari rami del diritto, intercettano l’arte, la sua proprietà, la sua conservazione e la sua circolazione. Pur nella precisione tecnica della sua impostazione e dei riferimento, il libro si presta a costituire punto di riferimento anche per chi non abbia una preparazione giuridica, ma frequenti o voglia approcciare il mercato dell’arte.
Riccardo Montanaro