Sempre più spesso importanti studi legali annoverano, nella forma di consulenti, stimati magistrati in pensione. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di figure di grande rispetto e di straordinaria levatura, giudici di riferimento sia per l’autorevolezza conseguita dalle loro decisioni, sia per il prestigio degli uffici ricoperti.

I limiti della trasmigrazione oggi sono inadeguati

La legge consente tale trasmigrazione ponendo alcuni limiti che, un tempo già discutibili, appaiono oggi del tutto inadeguati. Sia a garantire l’immagine tanto della Magistratura quanto, ed è quel che più mi sta a cuore, della nostra Avvocatura.

Come è noto, il rispetto dei requisiti etici, la moralità stessa del nostro lavoro non soltanto devono essere riscontrabili. Devono apparire sempre manifesti, perché tutelano la nostra immagine e il nostro ruolo nei confronti della comunità nella quale e per la quale operiamo. Ma se tali considerazioni valgono per l’avvocato, ancor più esse sono determinanti per i magistrati. Per coloro che amministrano in nome di tale comunità la giustizia. Mai anche soltanto un sospetto può affacciarsi sull’indipendenza ed imparzialità del giudicante. Pena la credibilità stessa dell’ intero sistema, vera e propria moglie di Cesare.

Evitare possibili sospetti su indipendenza e imparzialità

Si consideri, ad esempio, l’ipotesi in cui il magistrato oggi avvocato abbia deciso delicate vicende in cui una delle parti fosse assistita dallo studio legale al quale poi aderirà. Anche se la decisione è stata perfettamente coerente con la tradizione giurisprudenziale qualche dubbio la decisione potrà sempre far nascere. Quanto meno nella parte risultata soccombente, quando poco dopo assisterà alla trasmigrazione professionale. Non voglio neanche prendere in considerazione il diverso caso, peraltro verificatosi, di giurisprudenza innovativa.

Difficile tagliare i ponti con gli ex colleghi

L’altissima considerazione per la carriera svolta dai giudici a cui faccio riferimento e l’ambito e la rilevanza nazionali (e quasi sempre internazionale) degli studi di approdo, tolgono ogni significativa importanza alle limitazioni oggi poste dalla normativa. Da un lato è intuibile che la stima, il carisma del magistrato neoavvocato continueranno a costituire un importante cordone con gli ex colleghi oggi chiamati a decidere la controversia. Dall’altro lato, tale legame è in grado di superare ed annullare il dato geografico dell’autorità giudiziaria di provenienza.

Recentemente un navigato avvocato di un collegio difensivo suggeriva la produzione di un parere pro-veritate a firma di un autorevole ex magistrato, piuttosto che quello consueto di un indiscusso professore universitario.

Quel nome altisonante può influenzare la clientela

E poi, come tacere il profilo, sempre delicatissimo nella nostra libera professione, del sospetto di acquisizione di clientela non esattamente corretto? Come non ritenere che nella scelta del difensore la clientela possa essere influenzata dal nome autorevole del neo-acquisto nella carta intestata e richiedere proprio il suo inserimento nel mandato defensionale? E ancora. Con quale dignità il magistrato nella sua nuova veste si troverà a criticare indirizzi giurisprudenziali dei quali lui stesso, quanto meno per conoscenza nota agli addetti ai lavori, è stato il chiaro riferimento nei piani alti dei nostri palazzi di giustizia?

Tempi  difficili per magistrati e avvocati

Perdonate questo mio sasso nello stagno del quieto vivere. La Magistratura e l’Avvocatura attraversano momenti difficili. Spesso l’immagine mediatica di alcuni ha fatto dimenticare ed annebbiare tutto quel che di buono viene quotidianamente fatto da tante e tanti altri. Taluni aspetti che possono apparire dubbi meritano un ripensamento. Altrimenti ne soffrirà irrimediabilmente la considerazione etica del sistema giustizia e con essa, la speranza stessa di poter offrire al Paese una immagine di Giustizia giusta.

Mario Napoli

 

Mario Napoli

Esperto in Diritto societario e commerciale, Contenzioso e arbitrati, Fusioni e acquisizioni. Iscritto all' Ordine degli Avvocati di Torino e Cassazionista.

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