7 domande a…” nasce con l’intento di raccontare la nostra relazione con l’automobile, di farlo in forma di domande brevi e rapide, per lasciare spazio all’intervistato. 7 domande a… Personaggi noti e meno noti. Auto come metafora di quel viaggio che è la nostra vita, auto come modo di raccontarsi. Soli o in compagnia, sul sedile posteriore come bambini, poi su quello anteriore come adulti. “7 domande a …” è anche un omaggio a Torino “città dell’auto“.

Omaggio a uno stopper, una roccia, un antidivo

Questa intervista vuol essere prima di tutto un omaggio a un grande giocatore: Francesco Morini. Per tanti di noi Morini era una roccia, era lo Stopper, baluardo prima del portiere. Lo stampo del giocatore vero, solido, impassabile, un antidivo coriaceo che poi abbiamo scoperto essere un uomo assolutamente spiritoso. E come meglio puoi farlo, adesso che non c’è più, se non intervistando suo figlio, per sapere di lui ?

Jacopo, gioca in serie A. Anche lui. E’ campione d’Italia come suo padre Francesco. Del padre ha preso l’aspetto, i capelli biondi, l’arguzia e tanto altro. Jacopo gioca nella Juve delle agenzie di pubblicità, ma più che difensore è attaccante.

Perché un creativo attacca. Fa i goal.

E di tutto questo, della “saga” Morini, Jacopo porta le stimmate, e ha fatto virtuosamente della sua disinvolta originalità, un mestiere eccellente.

ps. Jacopo Morini fonda il primo gruppo di web-videomaker italiani nel 2004: i BUGS. Con loro entra a far parte del programma Le Iene come inviato, autore e sceneggiatore. Nel 2015 entra nell’agenzia Armando Testa come Direttore Creativo ed Head of Branded Content.

1 – La tua prima auto

Mi era stato detto che potevo scegliere la macchina dei miei sogni, perché avevo rinunciato al motorino a 16 anni e avevo passato la maturità Classica con 52/60…Ma mi ritrovai una panda 4×4 Sisley, ricoperta di fango, che usava mio padre in campagna…Di sicuro non era la macchina che avrei scelto, ma se ci ripenso adesso…forse era la macchina dei miei sogni.

2 – In viaggio con papà, tu e tuo fratello sul sedile posteriore. E oggi tu, padre, e i tuoi figli sul sedile posteriore …

Ricordo che io e mio fratello Andrea all’età di 9 e 5 anni in un viaggio verso la Toscana costringemmo mio padre e mia madre ad ascoltare la cassetta “Bimbo Mix” di Baby Records. Era una compilation di canzoni dei cartoni animati…Mio padre che è sempre stato un rude amante del rude Johnny Cash e di Willie Nelson, non moriva dalla voglia di ascoltare “Kiss me Licia” o i “Puffi”. Quando sentì me e mio fratello cantare tutte le canzoni si stupì, fece un grande sorriso a noi e a nostra madre…E nei viaggi successivi volle sempre ascoltare quella cassetta con le nostre vocine urlanti. Oggi mi succede la stessa cosa con Vittorio e Leone di 7 e 5 anni. Con una variante. Ci tocca sentirli cantare all’unisono Achille Lauro e Tommaso Paradiso.

3 – Un ricordo automobilistico legato a tuo padre … una storia che raccontava spesso.

Appena fu convocato dalla Juventus potè permettersi la macchina dei suoi sogni che era una Fulvia coupé. Appena potè salire a bordo, decise di tornare subito a Metato, il paesino dove era nato, per farla vedere ai suoi genitori…Peccato che sulla Serravalle fu urtato da un camion e arrivò a Metato con una vettura a forma di banana…

4 – Con chi della Juventus saliva più volentieri in auto? Ne hai memoria?

Di sicuro Boniperti, Baggio e Peruzzi che condividevano la sua passione per la caccia…So che non andava volentieri in macchina con l’Avvocato Agnelli, perché la sua guida cit. “Ti faceva cagare sotto”.

5 – Abbiano anche un nonno importante, automobilisticamente parlando …. Parlaci di lui. Aneddoti che circolavano in famiglia …

Mio nonno paterno era un contadino e: “cavava le patate alle 5 del mattino”, come diceva lui. Mio nonno materno invece fu un ingegnere automobilistico e io mi porto nel cuore questi due esempi di mondi apparentemente lontani. Uno legato alla fatica e alla terra e l’altro legato alla fatica in un mondo fatto di macchine e innovazione.

Mio nonno materno, si chiamava Pier Ugo Gobbato e fu un pilota automobilistico, ingegnere e direttore generale di Ferrari e Lancia.

Tra le storie che ci raccontava mi ricordo dei suoi litigi con Enzo Ferrari per avere un suo motore per la Lancia Stratos (cosa che poi mio nonno riuscì ad ottenere). E i litigi con Giorgetto Giugiaro per tenere alcune parti della Panda etremamente “basiche e funzionali”…(anche qui, alla fine, trovarono modo di andare d’accordo e nacque la macchina più venduta di tutti i tempi).

6 – Hai una strada del cuore, e per tuo padre potresti azzardarne una?

Credo che sia per me che per mio padre le strade e l’autostrada che portano da Torino alla Versilia siano le più battute. Sono le strade che abbiamo fatto insieme tutta la vita per andare in vacanza e tornare nella terra in cui lui è nato…La terra delle pinete, degli spaghetti alle arselle, ma anche del fiume Serchio dove andava a pescare e dove da piccolo correva con una cintura di pesi da pescatore per allenarsi e diventare un calciatore.

7 – Una sosta inaspettata, o una disavventura …

Quando uscii per la prima volta con una ragazza con la Panda Sisley ricoperta di fango (appena “regalatami” da mio padre). Ci dovemmo fermare tra le curve delle colline Torinesi perché sentivamo il classico rumore di qualcosa che rotola nel bagagliaio. Io le la ragazza scendemmo e aprimmo il bagagliaio: c’erano due fagiani morti. Mio padre li dimenticò probabilmente dopo una battuta di caccia con Baggio e forse Peruzzi… Chiusi il bagagliaio e dalla faccia pietrificata della ragazza…capii che sarei rimasto single ancora per un po’.

7 bis – La famiglia Morini e la Lancia, ancora qualche ricordo …

La Lancia è un marchio che rimarrà sempre nel nostro cuore…Era un’azienda in difficoltà quando arrivò mio nonno (cit. “Quando sono arrivato ho trovato i cassetti vuoti, ma uomini ancora pieni di entusiasmo ed energia” ). Lui ebbe però l’intuizione di rilanciarla partendo dalla squadra corse. Serviva qualcosa che attirasse l’attenzione e riportasse i riflettori su quella realtà…così nacque la Stratos, che mio nonno presentò a Giovanni Agnelli sfrecciando sotto la sbarra del Lingotto senza farla alzare.
Quella macchina forse era l’unica così bassa e affilata da poter passare sotto una sbarra…E quello era l’unico modo per stupire l’Avvocato…O almeno fargli alzare il sopracciglio anche se lui  “un po’ di cose nella vita le aveva viste” e non si stupiva di niente.

Io faccio il creativo e questa storia legata alla presentazione della Lancia Stratos per me è un mantra…Quando presento delle nuove strade creative devo cercare quel tipo di reazione e di stupore…o per lo meno che i miei interlocutori…alzino il sopracciglio.

 

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