Ma quanto era vera la possibile invasione russa in Ucraina ? Ce lo siamo chiesti in tanti. Di sicuro c’è che da giorni le forze armate russe, aeree e navali comprese, sono alle prese con esercitazioni militari lungo i confini con l’Ucraina. Esercitazioni delle il ministro della difesa russo Serghei Shigu aveva annunciato la fine, con il rientro dei soldati nelle proprie basi, per il 16 febbraio.

Giorno in cui secondo gli americani sarebbe dovuta scattare l’invasione russa. Invasione che il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, ha dichiarato “impedita dall’Ucraina e dai paesi occidentali”. Vediamo di capirci qualche cosa.

Quando e come nasce l’idea dell’invasione

Il ritiro delle forze americane dall’Afghanistan e il calo della popolarità di Joe Biden hanno spinto l’America a mostrare i muscoli di fronte alle minacce della Russia.

Nelle ultime settimane da fonti dell’intelligence sono trapelare quotidianamente notizie tutt’altro che verificabili su una imminente invasione della Russia. E una partecipazione dei militari USA, in sostegno dell’Ucraina. Per l’esattezza di 8500 uomini di stanza in Polonia e Romania, oltre al continuo rifornimento di armamenti.

Il continuo “al lupo, al lupo” di Biden ha fatto allontansre molti oligarchi ucraini e sollecitato gli americani ad allontanare il personale della loro ambasciata a Kiev. Inoltre ha consigliato di fare altrettanto alle legazioni degli altri paesi occidentali (che hanno provveduto altrimenti, cioè restando). Va ricordato che nella regione del Donbass da otto anni è già in corso una guerra a bassa densità tra filo russi e ucraini (a cui il Dombass – e la Crimea – appartenevano).

Nel Donbass la guerra è iniziata otto anni fa

Una guerra che finora ha provocato migliaia di vittime, un milione e mezzo di sfollati e una emigrazione di massa. Il tutto a dispetto degli accordi di Minsk, mai rispettati, che portano le firme dell’OCSE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Il primo firmato della Russia e dell’Ucraina e delle due repubbliche indipendentiste filorusse del Donesk e del Lugansk. Il secondo dalla Russia e dall’Ucraina, Germania e Francia.

Quanto è realistico, a questo punto, un coinvolgimento più largo, che porterebbe davvero a una terza guerra mondiale nel cuore dell’Europa? Tutto lascia credere che le pressioni della Russia sull’Ucraina siano dettate da altre preoccupazioni. Al centro c’è l’inquietudine dell’Ucraina. Dal 2008, per sfuggire all’influenza pesante della Russia ha chiesto l’ammissione alla NATO, così da godere della protezione dell’occidente nei confronti dell’orso russo.

Aspirazione che, oltre a sollevare le proteste di quest’ultimo, è stata rinviata al mittente anche da Francia e Germania. Ma non dagli USA che più di un pensierino a riguardo lo ha fatto. Una richiesta che ha spinto il Congresso americano ad autorizzare ingenti dislocamenti in Ucraina. Intanto la Turchia, Paese membro della Nato stessa, ha avviato una partnership con la stessa Ucraina attraverso la fornitura di droni, prodotti di punta, a livello mondiale, dell’industria bellica turca.

Ucraina verso la NATO?

Può mai la Russia tollerare tutto ciò nei confronti di una Paese che ha sempre occupato una posizione di primaria importanza nel suo scacchiere geopolitico sin dall’epoca in cui l’area era parte integrante dell’Impero Russo prima e dell’Unione Sovietica poi?
Si consideri poi che con l’esercitazione Defender dello scorso anno la Nato ha schierato un proprio contingente militare lungo i confini della Russia, che non ha potuto far altro che rispondere con analoga mobilitazione. Questo per dire che la minaccia di un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, presuppone, in un’operazione a tenaglia, anche un’entrata dalla Bielorussia del fedele Lukaschenko. Ipotesi poco credibile date le attuali condizioni.

Ha senso invece una guerra di posizione e influenza in cui l’Ucraina deve abbandonare ogni aspirazione NATO e gli Stati Uniti restare al loro posto. A questo punto per Putin è obbligatorio cercare “alleati” o, meglio, una mano nell’UE. Unione che tutto vorrebbe meno che essere costretta a partecipare, nelle condizioni sparse in cui si trova, senza una politica estera e militare autonoma e comune, a una guerra ai suoi confini. Nel frattempo la Russia può contare sull’astensione di Francia e Germania.

Il ruolo dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder

Un grande aiuto a Putin arriva dal suo amico e consigliere, l’ex cancelliere tedesco, Gerhard Schröder. Già presidente della commissione societaria di Nord Stream AG e del CdA di Nord Stream 2 AG, Schröder è prossimo membro del CdA di Gazprom, azienda energetica russa parzialmente controllata dallo Stato. E proprio la presenza di Schröder si dice essere il motivo della blanda presa di posizione dell’attuale cancelliere tedesco Olaf Scholz in merito alla crisi russo-ucraina. Cosa che lo ha portato, dopo sollecitazioni da parte degli Stati Uniti e degli alleati, a parlare di possibili sanzioni nel caso di invasione, incluso l’arresto di Nord Stream 2, il gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta il gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale, passando dalla Germania.

La posizione americana è stata fatta propria anche dall’attuale governo italiano, come emerso da una telefonata di ieri tra Draghi e il presidente ucraino Zelenski. Durante la telefonata il Presidente del Consiglio ha confermato “il fermo sostegno dell’Italia all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina”. Posizione poi ribadita dal ministro degli esteri Di Maio che ha assicurato che il nostro Paese “parteciperà ai meccanismi di deterrenza decisi in stretto coordinamento con gli alleati UE e Nato”.
Sempre che la UE arrivi – viste le iniziative separate di Francia e Germania – a una posizione politica forte e comune come è accaduto per altre questioni dirimenti. Un esempio? La misura e la colorazione delle mele e di altri prodotti fruttiferi.

Diego Zandel

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