Durante la sfilata del 25 aprile a Milano dei reparti che parteciparono alla Liberazione del nostro Paese dall’oppressore nazifascista, si sono verificati gesti di ostilità degli spettatori verso i rappresentanti della “Brigata Ebraica”.
Costoro sono gli eredi di quei “Volontari della Libertà” che nel settembre 1944 si arruolarono in Palestina formando una Brigata autonoma, nelle file dell’esercito inglese e combatterono insieme ad altri volontari ebrei russi e polacchi provenienti da Canada, Sud Africa ed Australia.
La Brigata, dopo l’addestramento ad Alessandria d’Egitto, fu inviata sul fronte italiano – settore adriatico nel Corpo della VIII Armata britannica. Combattè a fianco di unità italiane e polacche contro la Divisone Paracadutista del Reich, da Alfonsine all’Appennino, partecipando, quale protagonista, allo sfondamento della Linea Gotica.
Nel corso dei combattimenti, la Brigata subì 30 morti (sepolti nel cimitero di Ravenna) e 70 feriti. Venne disciolta nel luglio 1946. Successivamente, il 3 ottobre 2018, dopo il voto unanime del Parlamento, fu insignita della medaglia d’oro al valor militare per il suo contributo alla Resistenza italiana e consegnata poi dall’ambasciatore italiano alla 7° Brigata dell’esercito israeliano, che ne è l’erede.
Orbene, gli atti di ostilità (violenze, insulti, sputi) risultano non solo aberranti, ma del tutto illogici e paradossali, poiché gli ex-combattenti erano accomunati agli altri volontari nella stessa lotta al nazifascismo. Ha influito su tale vergognoso comportamento l’avversione contro lo Stato d’Israele per la sua condotta reazionaria, condannata più volte dall’ONU nei confronti degli arabi palestinesi. Stupisce che la grande stampa non abbia espresso una protesta contro le incivili provocazioni antisemite.
Bruno Segre