Il 24 gennaio è stata proclamata dalle Nazioni Unite, da alcuni anni, quale
Giornata Internazionale dell’Istruzione.
È evidente per chiunque che l’educazione e l’istruzione hanno un ruolo
essenziale, in qualsiasi contesto, sia per il singolo bambino, sia per l’intera
società e più si avrà una popolazione istruita, più lo sviluppo del singolo e di
tutti i cittadini ne beneficeranno. Purtroppo, come avviene di solito, dalle condivisibili affermazioni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione dei diritti del Bambino del 1989, si passa a realtà ben diverse e gravi, difficili da migliorare. Basti pensare alle situazioni dell’Afganistan, dove alle bambine è ora
addirittura vietata la frequenza delle scuole, o dell’Africa, dove le carenze di
strutture, insegnanti, strade, ecc., rendono difficile, se addirittura non
impossibile, la partecipazione dei bambini alle attività scolastiche.
Valutare le criticità nazionali con uno sguardo sul Terzo Mondo
Per non parlare di quelle situazioni nelle quali i bambini sono utilizzati già da
piccoli quale forza lavoro per estrarre materiali dalle miniere, spaccare pietre
per l’edilizia, attendere al poco bestiame e/o lavorare nei campi e non
possono neppure pensare di frequentare una scuola, posto che il loro lavoro
è necessario per la stessa sopravvivenza della famiglia. Le criticità del nostro sistema scolastico, che pure sussistono e che nessuno nega, impallidiscono quindi di fronte a questi scenari che sono usuali, purtroppo, in altre parti del mondo, dove vi è una totale carenza dei libri di testo, sia per gli alunni sia per gli insegnanti. Dove non vi è una biblioteca né nella scuola né nel villaggio in cui abitano.
La scuola itinerante pakistana
La situazione a dir poco drammatica in cui versa la scuola in alcune realtà è
ben rappresentata dalla fotografia apparsa su La Repubblica del 20 gennaio u.s., che dimostra come in alcune zone desertiche del Pakistan manchi tutto,
addirittura la scuola. Questa è infatti situata su un piccolo veicolo che trasporta alcuni sgabellini sui quali far sedere i bambini e qualche foglio di carta. E’ una “scuola
itinerante”, che, grazie all’impegno di due insegnanti, cerca di dare un minimo
di cultura e di istruzione ai bambini ed alle bambine.
Istruzione più inclusiva e di qualità
Spesso nella nostra opulenta società occidentale dovremmo interrogarci
sull’uso dei nostri denari, spesso utilizzati per seguire le mode, nonostante
l’inutilità di tanti acquisti, e se non sarebbe più utile sostenere questi paesi ed
i loro bambini che si trovano in difficoltà, proprio al fine di dimostrare, come
recita l’art. 4 dell’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile, che una “istruzione
più inclusiva e di qualità” non vale solo per noi, escludendo in radice i Paesi
del terzo mondo.
Alessandro Re