Ci restano solo più 13 anni!

Poi, la III Guerra Mondiale sconvolgerà il nostro pianeta.

Potete rilassarvi, per ora, perché è soltanto la trama di un libro…

Un libro però scritto da due che se ne intendono parecchio di geopolitica, di questioni militari e di scenari sul futuro del mondo.

Ci stiamo riferendo al volume “2034”Edizioni SEM, appena uscito in Italia e scritto a quattro mani da Elliot Ackerman, con un passato prima nelle forze speciali dell’esercito e poi come consulente per la sicurezza alla Casa Bianca e l’ammiraglio James Stavridis, ex comandante del US European Comand.

Il titolo del libro si riferisce all’anno in cui i due ex  militari di carriera immaginano che, proprio nel mare della Cina, si scateni la III Guerra Mondiale sebbene atipica e combattuta “su piccola scala” e con “soltanto” quattro bombe nucleari sganciate su obiettivi selezionati prima del tanto auspicato “cessate il fuoco”.

Una storia avvincente ed angosciante, scritta con grande conoscenza e competenza, da due autori che, come dicevamo, hanno frequentato a lungo la “stanza dei bottoni nucleari”.

Il libro inizia con l’episodio che scatena la tragedia: alcune navi da guerra americane vengono distrutte da una incursione cinese e un caccia F35 statunitense viene catturato dai pasdaran iraniani dopo che misteriosamente qualcuno è riuscito ad entrare nel suo sistema elettronico di guida pilotandolo fino all’atterraggio come se fosse un giocattolo telecomandato per bambini.

La reazione americana è immediata e il mondo sprofonda nella tragedia nucleare.

La situazione sfugge di mano ai vertici dei due stati e vengono lanciate quattro testate nucleari tattiche in un crescendo di ritorsioni reciproche.

Non ci sarà l’apocalisse totale perché interverranno nazioni esterne, come l’India, a frenare la crisi e a portare ad una tregua.

I danni però causati dalle quattro testate “tascabili” saranno comunque immensi: Shanghai e San Diego saranno completamente distrutte e il mondo non sarà più quello di prima.

Durante la lettura del libro ci è sorta una riflessione che vi socializziamo.

Al di là dell’indubbia capacità divulgativa degli autori che rendono comprensibili a tutti i lettori i meccanismi che sovraintendono alle decisioni “fatali” per l’umanità intera, quello che ci ha colpito di più nel racconto risiede proprio nella sua verosimiglianza.

Nello stesso giorno, infatti, ci è capitato di passare dalla lettura di un articolo sulle tensioni ormai quotidiane e sempre maggiori tra la Cina e Taiwan, con l’America che cerca di gestire al meglio una crisi delicatissima nello scacchiere del Pacifico, alla lettura di un capitolo di “2034” senza alcuna differenza di toni, oggetti, rischi e dichiarazioni pronunciate dai protagonisti delle due parti.

Un “ping-pong” senza fine tra la drammatica realtà odierna e … speriamo, la fiction letteraria.

L’angoscia che prende leggendo il testo del libro sta proprio nella allucinante possibilità che il fantomatico “bottone rosso” dello sganciamento di una bomba nucleare non sia così lontana e irreale.

Inoltre, la trama del libro narra anche le conseguenze di tale scelta, offrendo un dettaglio degli obiettivi civili colpiti e distrutti sia in Cina (Shanghai) sia in America (San Diego), con l’immane contabilità dei morti, dei feriti e delle distruzioni accadute.

Si può leggere la cronaca di una escalation forsennata che, ad un certo punto, diventa ingestibile per i decisori politici delle due potenze in guerra.

Insomma, un libro che ci fa riflettere (e, speriamo, a reagire con condotte virtuose e lungimiranti) sul rischio concreto e reale che uno scontro militare tra Cina e Stati Uniti non sia più soltanto una opzione fantascientifica, ma una possibilità reale dei prossimi mesi-anni.

L’autorevolezza e conoscenza specifica degli autori conferma, a maggior ragione, questa inquietante interpretazione.

La nostra speranza è che questo libro sia, in bella vista, sul comodino sia del Presidente cinese sia del Presidente americano e costituisca un monito e quindi un forte deterrente, ad una loro possibile scelta dissennata.

Un po’ come fece il volume “I cannoni di agosto”  della scrittrice americana Barbara W. Tuchman, sulla vigilia della I Guerra Mondiale; libro che John F. Kennedy teneva sul suo comodino e pare consultasse ogni giorno durante la crisi dei missili a Cuba, nell’ottobre del 1962.

Un precedente che ci lascia un barlume di speranza.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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