Una premessa doverosa e trasparente. Sono e sono sempre stato un “draghiano” di ferro, cercando di valutare sempre il suo operato in stretta correlazione con la complessità del contesto in cui si è mosso nei vari ruoli rivestiti a livello nazionale ed internazionale. Gli sono grato in modo particolare anche per aver salvato il nostro paese, nel recentissimo passato, da una deriva populista e velleitaria che lo avrebbe ulteriormente allontanato dall’Europa e da una sana politica di bilancio.

Ritengo che l’ex Presidente del Consiglio italiano, in un mondo caratterizzato sempre di più da un grande caos e sull’orlo di una tragedia epocale, sia una personalità dotata di una competenza, di una cultura e di un equilibrio umano fondamentali per guidare le democrazie occidentali messe sotto attacco dalle nuove autarchie.

Sono, nel contempo, un estimatore degli scrittori di satira, anche politica: svolgono un ruolo importante nel confronto liberale e democratico nel quale esprimono, doverosamente dentro i limiti di legge, anche feroci e beffarde contestazioni, potendo manifestare sempre, in maniera libera e indipendente, le proprie opinioni.

Nel brano del nostro collaboratore Garau, dove nel protagonista della pièce molti potrebbero avere identificato Mario Draghi, penso ci siano degli eccessi e dei personalismi di dubbio gusto. Ma il tema non è questo: tutti i collaboratori di questa testata hanno sempre potuto esprimere le proprie idee, aldilà del loro contenuto e dello stile utilizzato.

A me sta a cuore un altro aspetto che riguarda la reputazione e la possibilità che la candidatura di Mario Draghi possa portarlo a guidare la Commissione europea nei prossimi anni, quelli che saranno decisivi per le sorti future dell’Europa immaginata dagli antifascisti confinati a Ventotene. Draghi, proprio su incarico di Ursula von der Leyen, ha studiato lo stato dell’arte attuale dell’Unione Europea, evidenziando, in un profondo e accurato studio, tutte le criticità che ne impediscono uno sviluppo adeguato alla competitività internazionale. Non è stato politically correct ma spietato nella fotografia delle magagne esistenti.

Draghi ha fatto un lavoro equilibrato e pro attivo , un lavoro che potrebbe essere coordinato con un altro lavoro sullo stato dell’Europa, redatto da Enrico Letta, un altro ex Presidente del consiglio italiano, sempre su mandato della commissione di Bruxelles. Ebbene non solo credo che i due documenti possano rappresentare una fotografia e una specie di indice per i lavori delle prossime istituzioni europee che saranno nominate dopo le elezioni del prossimo weekend; penso, altresì, che due personalità come Draghi e Letta non possano non essere parte delle prossime istituzioni di Bruxelles: sono italiani, hanno studiato e lavorato all’estero, sono apprezzati e stimati in molte parti del mondo per la loro competenza e visione, mai settarie.

Continuiamo doverosamente le nostre critiche alla classe dirigente italiana ed europea , magari attraverso la satira che è proprio il sale della democrazia. Ma non confondiamo le polemiche personali, più o meno giustificate, con le sorti della nostra povera Europa. Se non sarà guidata da una leadership competente e prestigiosa, all’altezza della micidiale complessità dei problemi sul tavolo, questa Europa non potrà che naufragare miseramente, strozzata da una governance inefficiente e vissuta dagli Stati membri non come un’opportunità ma come un puro passaggio sovranazionale dei loro interessi domestici.

Dobbiamo renderci conto che il fallimento del progetto europeo significherebbe il fallimento dei singoli Stati membri, non più in grado di competere a livello internazionale con i grandi e nuovi protagonisti delle geo-mappe che stanno emergendo dopo questi anni difficili e convulsi. Uomini come Mario Draghi ed Enrico Letta non possono non essere parte di questa sfida decisiva per il futuro nostro e dei nostri figli e nipoti.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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